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Cinque milioni di italiani non possono pagarsi lo psicologo

Indagine dell’Istituto Piepoli sul ruolo dei professionisti: il 66% degli intervistati non si è mai rivolto a loro

Pubblicato il: 09/05/2024 – 10:42
Cinque milioni di italiani non possono pagarsi lo psicologo

ROMA Sempre più italiani sono convinti dell’importanza dello psicologo. Per l’89% degli intervistati è necessario per superare un periodo di stress di disagio. Per 9 italiani su 10 influenza la qualità della vita e questa consapevolezza è cresciuta negli ultimi anni. In occasione dei 35 anni della legge sulla professione psicologica, il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi ha diffuso i risultati di una indagine realizzata ad hoc dall’Istituto Piepoli sul ruolo degli psicologi per gli italiani: i dati del sondaggio sono presenti sul sito di SkyTg24. Per la quasi totalità degli intervistati, il 98%, si tratta di un diritto pubblico che dovrebbe essere accessibile a tutti e gratuito, senza vergogna. Eppure solo il 34% degli intervistati si è rivolto a uno psicologo almeno una volta mentre il 66% non lo ha mai fatto.

Solo un italiano su due sa cos’è uno psicologo di base

Alla domanda:” Ha mai sentito parlare dello psicologo di base che dovrebbe affiancare il pediatra o il medico di famiglia “ , il 53% ha risposto di no. Eppure l’81% ritiene che sia importante l’attivazione di questa figura. L’85% degli intervistati vorrebbe una maggiore presenza di psicologi nelle scuole, che resta lo strumento più utile per intercettare le situazioni di disagio degli studenti. Per il 74% di chi ha risposto al sondaggio le cure psicologiche sono importanti allo stesso modo delle cure mediche, solo per il 18% non è così.  Da qui arriva l’allarme del Cnop sulla impossibilità per 5 milioni di italiani di accedere alle cure psicologiche per motivi economici.
“Mancano psicologi nella scuola, nelle cure primarie, nei servizi delle ASL e negli ospedali, spiega David Lazzari presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, trentacinque anni fa, dopo ventuno di battaglie parlamentari, veniva finalmente regolata la professione psicologica. Una comunità professionale che è cresciuta in quantità, con oltre 130 mila componenti, ma anche in fiducia verso la popolazione, con il +62 di richieste nel privato negli ultimi anni, e in immagine sociale. Una comunità che però oggi denuncia una situazione di non risposta e di pericolosa sottovalutazione rispetto ai bisogni psicologici della popolazione”. “Un adulto su tre e due giovani su cinque vivono situazioni di disagio, ma in Italia mancano psicologi nella scuola, nelle cure primarie, nei servizi delle ASL e negli ospedali. Sono cinque milioni gli italiani che non accedono all’aiuto psicologico perché non possono pagare di tasca propria. 7 giovani su 10 non ricevono l’aiuto psicologico di cui avrebbero bisogno, con pesanti ricadute sul presente e sul futuro”. “La mancanza di una rete psicologica pubblica impedisce la prevenzione, l’intercettazione precoce dei problemi e la promozione della resilienza, con il risultato dell’aggravarsi delle situazioni, con costi umani, sanitari e sociali molto pesanti. Sono anni che si parla di psicologo nella scuola e di psicologo di base ma i fatti tardano a seguire le tante promesse. L’uso solo privatistico della psicologia ne fa un bene riservato a chi può permetterselo e questa è una visione miope e classista che non può essere condivisa”. “Chi vede la psicologia come un costo dovrebbe documentarsi sui rapporti costi-benefici che producono gli interventi psicologici. I dati del bonus psicologico, rivelati dal Progetto PsyCare che abbiamo realizzato con il CNOP, parlano chiaro: di fronte a 25 milioni stanziati per il primo bonus sono stati prodotti risparmi per 312 milioni in un anno solo nel campo del lavoro. La professione psicologica è una realtà viva e centrale negli interessi del Paese ed intende battersi perché i bisogni psicologici siano riconosciuti ed abbiano dignità in tutti i campi della vita umana”, ha concluso.

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