«La società Stretto di Messina, nell’ambito della procedura in corso di valutazione di impatto ambientale, di concerto con il Contraente Generale Eurolink, ha ritenuto opportuno di richiedere al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – MASE, ai sensi della normativa vigente (D.lgs 163/2006) una sospensione di 120 giorni dei termini per la presentazione della documentazione integrativa richiesta che, con i nuovi termini temporali, sarà consegnata entro metà settembre 2024». Così in una nota la Società Stretto di Messina. «La decisione – spiega l’Amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci – è motivata dalla eccezionale rilevanza dell’opera e riflette la volontà e il massimo impegno della Società nel fornire puntuali ed esaurienti risposte alle richieste di integrazioni e chiarimenti sugli elaborati tecnici del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, presentate dalla Commissione VIA e VAS del MASE». Secondo Ciucci, infatti, alcuni approfondimenti «prevedono indagini di campo, come ulteriori rilievi faunistici terrestri, batimetrici e subacquei, ai quali la Società intende dedicare la massima attenzione utilizzando pienamente i tempi consentiti dalla normativa».
Lo scorso aprile la Commissione Via e Vas del Ministero dell’Ambiente si è espressa sul progetto del Ponte sullo Stretto. «Si richiede di aggiornare gli elaborati dello Studio d’Impatto Ambientale – Quadro di riferimento progettuale – Cantieri quali ad esempio il Quadro generale del sistema di cantierizzazione o i due Studi per l’individuazione dei Siti Provvisori e definitivi (Calabria e Sicilia) che riportano la cantierizzazione come presentata nel 2011 ma non aggiornata neanche con le modifiche introdotte con la revisione 2012», scriveva la Commissione, allegando oltre 200 richieste: per la Valutazione di impatto ambientale (Via) sono 155, altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2.
Critiche durissime con il progetto del Ponte erano arrivate nelle scorse ora anche dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e il leader di Azione, Carlo Calenda. L’esponente Pd, al Corriere della Calabria, aveva sottolineato che «nel momento in cui hai poche risorse devi decidere quali sono le priorità per il tuo Paese. Se arrivi in Sicilia e hai ancora un binario unico è un problema, mi pare che se ci sia una emergenza in questo Paese non mi pare sia lo Stretto». Calenda, invece, aveva invitato senza troppi giri di parole «a fare le strade e non il ponte. Sono 25 anni che mi fanno domande sul Ponte sullo Stretto, me le rifarà per i prossimi 25».
La decisione di Ciucci arriva a poche ora dalla conferenza stampa organizzata, questa mattina, da Cgil Calabria e Sicilia. «Non c’è il progetto definitivo né quello esecutivo – ha tuonato il segretario Angelo Sposato – e non sappiamo esattamente di cosa parliamo. Il costo è molto alto e potrebbe avere un impatto ambientale molto oneroso, sia per i cittadini che per l’ambiente». «Il Mezzogiorno – ha aggiunto Pino Gesmundo, Segretario Nazionale Cgil – non ha bisogno di interventi spot, ma di opere strategiche unendo agli investimenti infrastrutturali quelli produttivi. Questo governo definanzia opere importanti in tutto il Mezzogiorno che creerebbero occupazione, anche contemplate nel Pnrr. Questa operazione del Ponte è solo uno spot». (redazione@corrierecal.it)
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