NAPOLI E’ stato un cagnolino ad aiutare i carabinieri a scovarlo. Il boss Francesco Abbinante, 25 anni, sfuggito a un blitz il 7 novembre scorso con 37 misure cautelari per il clan di cui è reggente, è stato individuato e arrestato in una villetta a Castelvolturno, nel Casertano. Abbinante era stato dichiarato latitante il 9 gennaio 2024; era solo al momento dell’accesso dei militari dell’Arma all’interno dell’abitazione dove si trovava. L’uomo è a capo di una potente cosca di Napoli nel quartiere di Secondigliano in grado di importare tonnellate di droga dal Sudamerica. Non solo cocaina ma anche hashish, marijuana, kobrett che viene spacciato senza sosta nelle “piazze” guardate a vista da sentinelle giorno e notte, con pusher che si alternano seguendo precisi turni di lavoro, come hanno ricostruito gli inquirenti. Gli Abbinante, poi, impongono un doppio ‘pizzo’ a tutti i commercianti del popoloso Rione Monterosa: in prima battuta esigendo salatissime rate settimanali o mensili, e poi imponendo la commercializzazione di alcuni prodotti riconducibili ad aziende a loro vicine o comunque vittime del racket, a cominciare dalla mozzarella, dal pane e persino dalle shopper, le buste di plastica per fare la spesa. Alla base dell’inchiesta chiusa dagli arresti a novembre, oltre alle intercettazioni telefoniche, ci sono anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, a cominciare da quelle fornite da Luigi Rignante, per ricostruire i nuovi organigrammi del clan e i suoi metodi criminali.
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