REGGIO CALABRIA Si terrà il 2 luglio l’udienza davanti al gup di Reggio Calabria Irene Giani per i 40 indagati nell’ambito dell’inchiesta “Magnifica” coordinata dalla Procura di Reggio Calabria che nell’aprile del 2022 ha fatto luce su una serie di concorsi pilotati e irregolarità nella gestione degli appalti all’Università Mediterranea. Lo si legge sulla Gazzetta del Sud. L’accusa sarà rappresentata dal pm Flavia Maria Luisa Modica.
Secondo quanto emerso dalle indagini, intorno all’Ateneo reggino c’era una vera e propria «associazione a delinquere» finalizzata a «commettere molteplici delitti contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica nella direzione e gestione dell’Università» ed articolazioni dipartimentali. Tra gli indagati ci sono l’ex rettore Santo Marcello Zimbone e l’ex pro-rettore vicario Pasquale Catanoso, che sarebbero stati «capi e promotori» dell’associazione. Oltre a loro, altre figure indicate come di rilievo all’interno del presunto sodalizio, secondo gli inquirenti, sarebbero stati il direttore generale (fino al 4 maggio 2021) Ottavio Amaro, indicato «quale organizzatore del sodalizio di rilievo determinante» avendo consentito l’attuazione delle illecite determinazioni dei due rettori e, per tale, «omettendo l’adempimento del ruolo di garante della legalità nella gestione delle risorse umane e materiali dell’Ateneo». Gianfranco Neri, Adolfo Santini, Massimiliano Ferrara sono invece chiamati in causa nella loro qualifica di direttori di dipartimento, accusati di aver sostenuto e attuato l’illecita gestione ipotizzata da parte dei due rettori. Come riportano gli atti dell’inchiesta «di volta in volta individuavano e programmavano le procedure comparative da pilotare, e i colleghi da far progredire sul piano dell’inquadramento contrattuale, determinando l’indebita destinazione delle risorse finanziarie assegnate al dipartimento per il perseguimento delle finalità personali». Risultano poi inquadrati come «partecipi all’associazione» il docente Antonino Mazza Laboccetta, il Responsabile unico del procedimento Giovanni Saladino, i responsabili dell’Ufficio tecnico di Ateneo Alessandro Taverriti e Rosario Russo.
L’inchiesta, condotta dalla guardia di finanza è partita dalla denuncia di un’architetta, Clarastella Vicari Aversa, che era stata scartata in un concorso per ricercatore. Una selezione che, secondo l’accusa, sarebbe stata pilotata dai vertici dell’Università e da alcuni professori anche loro indagati. La vittima sarebbe stata invitata ad «aspettare il proprio turno» e a rinunciare ai ricorsi presentati al Tar e al Consiglio di Stato.
Oltre ai concorsi truccati, l’indagine avrebbe evidenziato irregolarità nella selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta di componenti ritenuti «affidabili» e pertanto idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati scelti «direttamente» o a seguito di «segnalazione». Dalle indagini sarebbero emerse inoltre irregolarità nella gestione degli appalti e un utilizzo delle carte di credito e delle auto, intestate dell’università, per motivi personali. (redazione@corrierecal.it)
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