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Pubblicità abusiva, la “linea dura” del Comune di Catanzaro

La guerra agli impianti “selvaggi” nella città capoluogo. E l’informativa finisce in Procura

Pubblicato il: 10/05/2024 – 11:45
di Giorgio Curcio
Pubblicità abusiva, la “linea dura” del Comune di Catanzaro

CATANZARO Una guerra senza quartiere, fino all’ultimo impianto. Una battaglia che va oltre la mera affissione abusiva alla quale siamo abituati ad assistere da troppi anni, soprattutto in campagna elettorale, nelle strade delle città calabresi, ma che riguarda direttamente gli impianti pubblicitari ritenuti in qualche modo «abusivi» e non in regola e che, nonostante tutto, in questi ultimi anni hanno comunque garantito guadagni alle società che li gestivano, senza però corrispondere quanto dovuto alle amministrazioni comunali.

Il nuovo corso contro l’abusivismo

Un “nuovo corso” intrapreso dai Comuni che già a Vibo Valentia e a Rende aveva dato i primi risultati, ma che ha trovato maggiore vigore in questi ultimi giorni. A Pizzo, nel vibonese, poco più di 10 giorni fa, sono stati oscurati ben 385 impianti «non autorizzati» dal Comune. Qui il braccio di ferro va avanti da settembre. Quando, cioè, l’amministrazione comunale aveva informato in questo la “Pubbliemme Srl” che era venuta meno la «fiducia relazionale» in conseguenza di installazioni pubblicitarie abusive. Poi, a febbraio 2024, il Tar Calabria aveva rigettato la domanda cautelare presentata dalla stessa Pubbliemme contro la revoca del Comune di Pizzo, corroborando così la decisione assunta proprio dall’amministrazione del centro napitino, sostenuta anche dal Consiglio di Stato. La Pubbliemme, inoltre, è stata «diffidata» e, nel caso in cui dovesse rimanere inadempiente, la Soget si rifarà anche sulle società e sui brand che occupano gli spazi pubblicitari, benché estranei alla vicenda.

La “battaglia” a Catanzaro

Da Pizzo a Catanzaro il passo è stato brevissimo. Nella città capoluogo, infatti, è stato redatto un vero e proprio “censimento” dei manufatti destinati ad attività pubblicitaria di grandi dimensioni, a seguito dell’entrata in vigore di quello che è stato ribattezzato “Piano Generale degli Impianti Pubblicitari” per cercare di garantire all’Amministrazione Comunale del capoluogo, guidata dal sindaco Nicola Fiorita, il completo controllo del fenomeno pubblicitario, sia sotto l’aspetto amministrativo che tributario.
Un’attività di osservazione svolta dal 2022 ad oggi, basata sugli elenchi fomiti dai Settori Pianificazione del Territorio, Edilizia Privata e SUE e Finanziario Ufficio Pubblicità e Affissioni del Comune di Catanzaro che ha restituito una situazione fuori controllo e allo stesso tempo allarmante: oltre 150 le strutture attualmente esistenti utilizzate dalle agenzie di settore «privi di titoli abilitativi o dotati di documentazione che, allo stato, risulta in fase di valutazione da parte del precitato Settore», si legge nelle perizia redatta dalla Polizia locale.  

Le società

Sono in tutto 14 le società operanti sul territorio di Catanzaro individuate. Nella relazione compaiano ancora in fase di “valutazione” le società “Alessi S.p.A.”, la “Damir Srl” e la “S.C.I.- Società Concessioni Internazionali Srl”. Mentre non risulterebbe allo stato attuale alcun titolo abilitativo comunicato per tante altre: ci sono la “I.S.A.C. Srl” (in fallimento); la “Pubblicità Saipe Srl”; la “Pubblidei Srl”; “Pubblisud Progresso Srl”; “Start Affissioni Srl”; “Zenone Srl”; “Auto Global Srl” e “Scarfone & Figlie Srl” e, proprio come nel caso di Rende e Pizzo, anche la “Pubbliemme Srl”.

La relazione

La lunga relazione è infarcita di fotosegnalazioni, tutte quelle scattate in questi ultimi mesi e che accompagnano dettagliati report. Ci sono i diffusissimi “6×3”, gli enormi impianti che ospitano altrettanto enormi manifesti, ma anche moltissimi impianti a schermo pubblicitario led. Nel corso del sopralluogo effettuato in questi mesi, inoltre, sono tantissimi gli impianti segnalati perché privi di targhetta identificativa oppure installati senza alcun preavviso.
Ad accompagnare la relazione stilata dalla Polizia Locale di Catanzaro c’è anche una segnalazione di un operatore pubblicitario: «(…) si segnala sulla città di Catanzaro impianti pubblicitari abusivi su cui viene espletata continuamente attività di ingiusto profitto, senza alcuna targhetta identificativa, e soprattutto senza pagare alcunché tasse ed oneri fiscali, a vantaggio di soggetti sconosciuti, o ambigui».
E non mancano le segnalazioni in ordine al pericolo per l’incolumità pubblica. C’è una segnalazione inviata alla Prefettura di Catanzaro in cui il Comando dei Vigili del fuoco racconta di «un intervento per un cartellone pubblicitario, di proprietà del Gruppo Pubbliemme, fissato al muro sottostante la chiesa di Piano Casa». Nella circostanza «si erano staccati due pannelli In lamiera che, cadendo andava ad intralciare parte di corsia di marcia, comunque senza arrecare danni a terzi». L’intervento era servito per «rimuovere i pannelli sulla sede stradale ed alla verifica di eventuali distacchi di altri pannelli dello stesso cartellone».

La svolta verso la legalità

Insomma, un chiaro esempio di quella «giungla» fuori controllo e senza regole percepita ormai da troppo tempo dai catanzaresi e sui cui le amministrazioni in questi anni hanno chiuso più di un occhio. «L’Amministrazione non si era mai spinta così oltre, ed è un altro esempio di quella rivoluzione della normalità su cui, tra tante difficoltà, crediamo fortemente e che non può non partire da azioni concrete utili a ripristinare la legalità», ha sottolineato in una nota diffusa ieri il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, parlando di quella «legalità» invocata in tante sedi istituzionali e conferenze stampa, da istituzioni e procuratori e che trova sbocco, ora, anche in atti concreti. (g.curcio@corrierecal.it)

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