LAMEZIA TERME Per alcuni è la possibilità di uscire finalmente dal limbo, per altri la caduta definitiva all’inferno. La presentazione delle liste dei candidati a sindaco, in Calabria, è l’occasione per fare il punto su quei Comuni – spesso sono ricorrenti – il cui ritorno alla democrazia viene ancora rimandato. Anche questa volta, infatti, bisogna fare i conti con commissioni d’accesso antimafia e scioglimenti di Enti a causa della paventata presenza e ingerenza delle cosche di ‘ndrangheta. E poi ci sono quei centri pronti, finalmente, a voltare pagine e a ripristinare il potere politico.
Piomba di nuovo nel caos il Comune di San Luca. Alle 12 di oggi, infatti, nell’ufficio elettorale di fatto non si è presentato nessuno, decretando di fatto un imminente ritorno al commissariamento, dopo i 5 anni di amministrazione a guida Bruno Bartolo che, proprio nei giorni scorsi, aveva sciolto la riserva e annunciato che non si sarebbe candidato. «Uno dei Paesi simbolo del riscatto morale e civile dell’intera Calabria rinuncia a chiamare i cittadini all’esercizio primario della democrazia» ha tuonato Salvatore Zoccali, coordinatore regionale del PRI. «La Calabria – ha proseguito – e la Locride in particolare, hanno necessità di rilanciarsi partendo dalla funzione dei Sindaci, baluardo istituzionale, per la loro collocazione nel sistema politico-istituzionale, non meno per l’autorevolezza che gli deriva dal consenso dei cittadini dei cui bisogni essi sono il riferimento!». Va ricordato che Bruno Bartolo vinse le elezioni nel 2019, restituendo a San Luca un sindaco eletto dopo 6 anni. Nel 2013 ci fu lo scioglimento per le infiltrazioni della ‘ndrangheta e, nel 2015, l’unica lista presentata non aveva raggiunto il 50%+1 necessario. La ventennale guerra di mafia, culminata con la strage di Duisburg, hanno fatto di San Luca uno dei più tristemente noti luoghi simbolo della ‘ndrangheta.
Stesso rischio anche a Portigliola, altro centro sciolto per infiltrazioni mafiose. Qui, però, nonostante i dubbi, alla fine due candidati hanno sciolto le riserve: si tratta di Rocco Luglio con la lista “Nuove prospettive” e Pasqualino Panetta, in campo con la lista “Il domani è il nostro impegno”. Il centro del Reggino era stato sciolto per presunte infiltrazioni mafiose nel maggio del 2022. Nel mirino degli accertamenti era finito soprattutto l’allora primo cittadino Rocco Luglio, «le cui funzioni – come riportato nella relazione prefettizia – hanno travalicato la competenze politico amministrative proprie della carica rivestita, riassumendo di fatto nella sua persona la gestione complessiva e personalistica dell’ente locale». Alla base delle motivazioni dello scioglimento c’erano le «forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità degli organi elettivi, il buon andamento dell’amministrazione e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica».
Ha pesato, invece, il clima di incertezza a Melissa, centro della provincia di Crotone dove i due candidati sindaco, l’uscente Raffaele Falbo e lo sfidante Edoardo Rosati, e le loro coalizioni, avevano già pronti gli elenchi ma hanno preferito non consegnarli. Proprio lo scorso 8 maggio era scaduto il termine ultimo per le attività della Commissione di accesso antimafia, in tempo quindi utile per poter presentare le liste elettorale, ed insediatasi il 9 novembre 2023 dal prefetto di Crotone, a seguito dell’indagine che ha coinvolto l’attuale il sindaco Raffaele Falbo a processo per concussione aggravata dalla volontà di agevolare i sodali della cosca di Cirò. Ci vorranno almeno tre mesi prima di conoscerne l’esito, con un eventuale scioglimento che coinvolgerebbe comunque il Comune di Melissa, anche se è in carica una nuova amministrazione.
Nessuna incertezza per il Comune di Soriano Calabro, pronto a voltare pagina dopo una lunga fase commissariale. Qui, infatti, gli organi elettivi erano stati sciolti a giugno del 2022, poi il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’interno e la Prefettura di Vibo, presentato dall’ex sindaco Vincenzo Bartone. Ora è, invece, Francesco Bartone a tornare sulla scena politica ripresentandosi come candidato sindaco di Soriano con la lista “La città del Sole”. A sfidarlo Antonio De Nardo, leader del movimento “Soriano Futura”.
Nella provincia vibonese i casi “particolari” erano rappresentati dai Comuni di Mileto e Nicotera, entrambi sotto il controllo della Commissione d’accesso antimafia insieme alla lunga lista che include Stefanaconi, Filadelfia e Tropea. Anche la Perla del Tirreno avrebbe dovuto rinnovare il proprio Consiglio: tutto annullato e “rimandato” fra 12-18 mesi dal decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose emanato lo scorso 23 aprile. Proprio a Mileto saranno due i candidati a contendersi la fascia tricolore ci sono l’uscente Salvatore Mario Giordano in campo con la lista “Città Futura” e Michele Rombolà, a capo dell’alleanza “Eppur si muove”. A Nicotera, invece, una sola lista è stata presentata ed è quella del sindaco uscente Pino Marasco che include anche il testimone di giustizia Carmine Zappia. Qui, come a Mileto e Melissa, il rischio “scioglimento” all’esito del lavoro della commissione d’accesso è alto e quindi nessun altro ha deciso di scendere in campo. (g.curcio@corrierecal.it)
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