PAOLA Il gup del Tribunale di Paola, presieduto da Roberta Carotenuto, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per i sei imputati coinvolti in un presunto schema di frode contributiva tramite una finta azienda agricola, operativa dal 2015. Gli imputati erano accusati di aver istituito un’entità aziendale inesistente al fine di ottenere indebitamente contributi previdenziali, specificatamente assegni di maternità e di disoccupazione.
Le accuse sono seguite ad un’indagine condotta dall’Ispettorato del Lavoro nel 2020, che aveva successivamente portato al loro rinvio a giudizio. Nell’ambito dell’udienza preliminare, le difese, rappresentate dagli avvocati Alessandro Gaeta, Italo Guagliano, Francesco Chiappetta, Antonio Crusco e Francesco Germano, hanno contestato la solidità delle indagini e l’analisi degli eventi proposta dall’accusa, evidenziando numerose lacune e criticità nel processo investigativo. In particolare, le linee difensive, hanno messo in luce significative mancanze da parte della Procura della Repubblica che non ha condotto gli accertamenti necessari riguardo alle informazioni fornite dall’INPS. In aggiunta, è stata evidenziata un’errata interpretazione delle norme applicabili, influenzando profondamente il corso delle indagini e le conseguenti imputazioni.
La decisione del Tribunale di Paola arriva al termine di un procedimento giudiziario durato tre anni: il verdetto è stato accolto con sollievo dagli imputati e dai loro legali, che hanno espresso «apprezzamento per il lavoro del tribunale nel garantire un esame approfondito e giusto delle prove disponibili». (redazione@corrierecal.it)
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