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Reggio, la Città Metropolitana partecipa alla Conferenza dell’Ente nazionale per i sordomuti

L’evento si è tenuto in occasione dell’82° anniversario della promulgazione della legge per il suo riconoscimento

Pubblicato il: 12/05/2024 – 17:24
Reggio, la Città Metropolitana partecipa alla Conferenza dell’Ente nazionale per i sordomuti

REGGIO CALABRIA La Città Metropolitana di Reggio Calabria è stata presente alla IV Conferenza dell’Ente nazionale per i sordomuti (Ens), in occasione dell’82° anniversario della promulgazione della legge per il suo riconoscimento. Il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel salutare il presidente nazionale Ens, Angelo Raffaele Cagnazzo, ed i rappresentanti dell’Ente ad ogni livello, ha ricordato l’impegno dell’amministrazione metropolitana per le persone con disabilità e, in particolare, il rapporto di forte condivisione e collaborazione proprio con l’associazione impegnata per la tutela e la salvaguardia dei diritti delle persone sorde. Nel ricordare le battaglie, le lotte ed i sacrifici affrontati dai sordomuti in questi ultimi 82 anni, il sindaco ha sottolineato il garbo e la straordinaria sensibilità di quanti affrontano ogni problema sempre col sorriso, la leggerezza, la convinzione e la determinazione di poter trasformare un elemento di difficoltà in elemento di forza.

Deliberato un protocollo d’intesa con l’Ens

Nelle scorse settimane, il sindaco Falcomatà ha deliberato, insieme al consiglio di Palazzo Alvaro, un protocollo d’intesa con l’Ens attraverso il quale, grazie ad un progetto finanziato per 30 mila euro, si accorciano le distanze e si garantisce ai sordi la possibilità di partecipare alla vita politica e istituzionale nel pieno rispetto del principio di uguaglianza sancito nell’articolo 3 della Costituzione. Nello specifico, ha sottolineato il sindaco, «il progetto consente ai 97 sindaci della Città Metropolitana di potersi avvalere, durante le sedute dei consigli comunali, di un interprete di lingua Lis e, per ciò che riguarda il singolo cittadino, di farsi assistere da un traduttore negli ospedali o negli uffici pubblici. Un primo passo, insomma, di un percorso che sempre di più deve vedere le istituzioni al fianco alle rivendicazioni ed ai problemi delle persone con disabilità uditiva».

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