COSENZA Non è il classico «tavolo di concertazione» del lessico sindacale ma una richiesta di aiuto, condivisa e soprattutto imposta dalla tempistica: c’è una scadenza che si avvicina (il 30 settembre 2024 finirà l’esercizio provvisorio) e 121 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro se non si troverà una soluzione per salvare Amaco.
C’era una cinquantina di dipendenti dell’azienda del trasporto cittadino su gomma oggi pomeriggio nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi per l’incontro convocato dal sindaco Franz Caruso e l’assessore Damiano Covelli con il curatore fallimentare Fernando Caldiero.
«Non abbiamo abbandonato Amaco», ha ribadito più volte il primo cittadino, ripercorrendo le tappe della crisi che ha portato al fallimento e rivendicando di aver nominato per ben due volte delegati del comune (il primo collegio si è dimesso e il secondo è stato in certo senso “annullato” dalla dichiarazione fallimento). «Due ore prima della dichiarazione di fallimento – ha attaccato Caruso – ci sono state le dimissioni dell’amministratore ed è stata liquidata anche la parcella a chi aveva elaborato il piano industriale. Ora la priorità è tutelare 121 posti di lavoro e i 2 milioni di chilometri. Non stiamo parlando di un servizio a perdere ma che al contrario, se gestito bene, produce utili. La sinergia tra curatela e amministrazione c’è e oggi qui ne stiamo dando prova, ora Cometra deve individuare un soggetto che espleti servizio (Ferrovie della Calabria?), ricordando che i dipendenti Amaco sono assunti da una società partecipata da un ente pubblico. Non è facile ma individuiamo e perseguiamo una strada tutti insieme». Il sindaco ha poi ricordato l’anomalia dei soli 2 piccoli bus messi subito in servizio a fronte dei 20 altrettanto nuovi ma ancora parcheggiati: «Siano destinati al servizio della città attraverso l’esercizio provvisorio, il servizio deve essere dignitoso per lavoratori e utenza». Infine un passaggio politico: «L’Amaco è fallita per un buco di 18 milioni e non per i 3 di credito del comune, non è colpa dell’amministrazione Caruso: basta speculazioni sulla testa dei dipendenti da chi ha contribuito allo sfascio Amaco».
Per il segretario della Cgil Massimiliano Ianni «ci sono spiragli, non si perda nemmeno un posto si lavoro e si tuteli il servizio. Il prezzo della malagestione non possono pagarlo i dipendenti. Serve subito tavolo tecnico-politico di concertazione con la Regione». Caruso fa subito sponda: «Io ci sono, mi auguro che la Regione ci sia, non è una battaglia politica, so che l’assessore Staine ha chiamato Ferraro del Cometra ma non ha aperto un tavolo, per sensibilità dovrebbe partecipare il presidente Occhiuto». Per Paolo Cretella, segretario provinciale Uil, «il destino di Amaco era tracciato e ora siamo al capolinea, anzi siamo andati a sbattere, ai primi di gennaio la Regione aveva promesso fondi che stiamo ancora aspettando». «I dati non veritieri in bilancio sono un reato» ha aggiunto Cretella dicendo no da un lato all’ipotesi di Caldiero sulla vendita ai privati dall’altro a quella di assumere solo alcuni dipendenti in caso di nuova gestione.
E se l’Ugl denuncia «un silenzio assordante della politica», l’assessore Covelli commenta che «la Regione dice che non è sua competenza per lavarsene le mani» mentre controllo e vigilanza sono in capo ad essa ricorda un dipendente dalla platea stimolata a intervenire.
Il curatore fallimentare Caldiero partecipa a questa «riunione scomoda» per «dovere morale, ho delle responsabilità». Chiarisce che «Amaco è titolare dei chilometri fino al 2026 e può essere venduta o affittata – il Tpl è un business quindi ci sono anche interessi economici – fin quando è nel consorzio Cometra». L’azienda è valutata 5.7 mln (l’affitto ammonta invece a 180mila euro anno), aggiunge citando i «creditori per decine di milioni di euro ma che non sono tutelati, a differenza dei dipendenti che per fortuna hanno qualche tutela. Io per il mio ruolo ho il dovere di collocare azienda sul mercato, ma dobbiamo fare presto altrimenti fino a fine settembre qualche posto si perderà».
Qualcuno propone di fare una riunione tecnica preliminare per capire chi deve esercitare i chilometri, «usciamo prima da questo limbo – interviene un dipendente – una anomalia politica, un corto circuito tra livelli regionale e comunale nelle concessioni». Emerge anche che nel cda Cometra, Caldiero ha già proposto un tavolo tecnico tra legali perché la materia è molto complessa e il curatore è preoccupato sulla procedura legittima da seguire.
Dopo oltre un’ora di confronto si redige un documento sottoscritto dalle parti. Ora la palla passa alla Cittadella di Catanzaro. «Ma al tavolo deve sedersi il presidente Roberto Occhiuto», insiste il sindaco. (e.furia@corrierecal.it)
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