ROMA «Sono state ben 1.187 le aggressioni di detenuti nei confronti di appartenenti alla Polizia penitenziaria nei soli primi quattro mesi dell’anno, mentre addirittura 3.349 sono stati gli episodi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale. Numeri allarmanti e senza precedenti quelli appena comunicati dall’Ufficio Attività Ispettiva e di Controllo del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che certificano lo stato di degrado, di violenza e di difficoltà di gestione delle carceri». Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. «Con 221 aggrediti, è il distretto Toscana-Umbria a guidare la speciale classifica di inaudita violenza, seguito da Sicilia (161), Campania (130), Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta (128), Lazio-Abruzzo-Molise (101), Veneto-Trentino A.A.-Friuli V.G. (101), Lombardia (94), Emilia Romagna-Marche (80), Calabria (76), Puglia-Basilicata (58) e Sardegna (37). Dati, che seppur da comparare con la densità detentiva dei singoli distretti, dove l’incidenza del fenomeno potrebbe essere diversa rispetto ai numeri assoluti, restituiscono una fotografia di gravità inaudita di tutto il territorio nazionale. Peraltro, la Polizia penitenziaria è stretta fra l’incudine della violenza dei detenuti e il martello delle inchieste della magistratura, considerato che pressoché a ogni intervento necessario per ristabilire un minimo di ordine e sicurezza partono le denunce degli stessi autori dei disordini, molto spesso, nel solo tentativo di precostituirsi un alibi. Non è raro, ormai, che le donne e gli uomini del Corpo, solo per fare il proprio dovere, si sentano dire da ristretti che faranno la fine dei colleghi di Santa Maria Capua Vetere o di Reggio Emilia», spiega il Segretario della UILPA PP.
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