GENOVA Sono stati tutti assolti gli ultrà del Genoa accusati di presunte estorsioni al Genoa. I pubblici ministeri Francesca Rombolà e Giancarlo Vona avevano chiesto oltre 33 anni di carcere e una assoluzione per i tifosi del Genoa accusati di presunte estorsioni alla società in cambio del tifo all’epoca in cui era presidente Enrico Preziosi.
Secondo gli inquirenti il gruppo di tifosi avrebbe costretto con minacce la società, nella persona dell’amministratore delegato Alessandro Zarbano, a versare i soldi attraverso fatturazioni per operazioni inesistenti in favore della Sicurart di cui Leopizzi era socio occulto. Il gruppo è accusato inoltre di avere aggredito i giocatori e gli allenatori quando non vincevano le partite o non giocavano come volevano loro. Gli ultrà secondo l’accusa avrebbero imposto la “pace del tifo” in cambio di denaro. Tra gli episodi contestati le minacce e le intimidazioni agli altri tifosi rossoblù che non rispettavano le direttive di Leopizzi circa il comportamento da tenere dentro lo stadio quando ad esempio veniva deciso di non entrare per protesta oppure al contrario di contestare i giocatori, le intestazioni fittizie di società e aziende a prestanome per evitare possibili sequestri da parte della magistratura nonché le lesioni ad alcuni poliziotti al termine della partita Genoa-Crotone del 22 gennaio del 2017. I giudici hanno assolto dall’accusa dell’associazione con la formula «perché il fatto non sussiste». Per le estorsioni il collegio ha usato la formula dubitativa, mentre per i reati economici non ci sarebbe l’elemento soggettivo. Per quanto riguarda la maggior parte delle violenze sarebbero state accertate ma senza l’aggravante e dunque mancando la querela sono state dichiarate improcedibili.
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