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Cosenza, turbativa nella libertà di scelta del contraente: tre assolti

«Il fatto non sussiste». La sentenza del gup nei confronti di due architetti e del procuratore di una società

Pubblicato il: 16/05/2024 – 15:46
Cosenza, turbativa nella libertà di scelta del contraente: tre assolti

COSENZA Il gup del Tribunale di Cosenza, Claudia Pingitore, ha prosciolto dall’accusa di turbata libertà di scelta del contraente un architetto S.C., responsabile dell’ufficio tecnico del Comunale e Rup del procedimento amministrativo, difeso dagli avvocati Francesco Chiaia e Salvatore Alfano. Assolti anche l’architetto M.M., quale componente del raggruppamento di imprese difeso dall’avvocato Pasquale Vaccaro e C.B., procuratore di società facente parte di un raggruppamento di imprese difeso dagli avvocati Luca A. Melegari e Fabrizio Mercuri del Foro di Latina.
Nello specifico, si addebitava agli imputati la commissione in concorso del reato di turbata libertà di scelta del contraente, perché dietro un presunto accordo collusivo, avrebbero concordato il contenuto dell’avviso pubblico di indagine di mercato indetto dal Comune presilano in vista dell’affidamento dell’incarico di progettazione e direzione di lavori, condizionando la scelta del contraente.
Oggi si è svolto il processo con il pm che ha insistito nella richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli imputati. La parola è passata alla difesa, che aveva già depositato una corposa memoria con allegati, del dirigente, all’epoca dei fatti, dell’ufficio tecnico comunale architetto S.C. l’avvocato Salvatore Alfano, nella sua discussione ha approfondito in punto di atti amministrativi l’azione tecnico-amministrativa del dirigente comunale facendone rilevare la piena correttezza dell’agire. Ha discusso l’avvocato Francesco Chiaia, il penalista soffermandosi sugli atti investigativi degli inquirenti evidenziando come proprio dalle indagini svolte non vi fosse traccia alcuna dell’ipotesi collusiva e come la formulazione del nuovo rito dell’udienza preliminare – con la riforma Cartabia – consentisse al gup quell’approfondimento necessario che non poteva approdare nel caso del dirigente comunale ad una ipotesi di ragionevole condanna in dibattimento risultando inesistente nella condotta del suo assistito quel dolo tipico del reato ipotizzato dall’accusa.
La parola è passata poi agli avvocati Melegari e Mercuri che hanno ribadito la correttezza della condotta del loro assistito C.B.. Infine ha discusso l’avvocato Pasquale Vaccaro che nel suo intervento ha evidenziato la inesistenza di dati di rilevanza penale per il suo assistito M.M. Letto il dispositivo di sentenza, il gup ha deciso l’assoluzione di tutti gli imputati «perché il fatto non sussiste».
(redazione@corrrierecal.it)

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