LAMEZIA TERME Rigoroso nell’analisi dei problemi, non incline alle “promesse elettorali”, distante dai politici che fanno gli influencer. È Carlo Calenda, segretario nazionale di Azione, l’ospite della rubrica di approfondimento “In primo piano”, in onda stasera alle ore 20.30 su L’altro Corriere Tv (Canale 75). Sollecitato dalle domande di Danilo Monteleone, il leader di Azione sviluppa un ragionamento fortemente ancorato ai fatti ed ai numeri guardando a quelle scelte necessarie per riformare, consolidare e rilanciare la costruzione europea.
Dalla guerra in Ucraina alla difesa comune, dal superamento dell’unanimità nel Consiglio Europeo al Green Deal da modificare radicalmente. E poi ancora le migrazioni, l’accordo di Dublino, la politica industriale che, dice Calenda, «in Italia non c’è più».
Caustico sull’impegno dell’Italia nei confronti dell’Africa «il Piano Mattei non esiste, sono i fondi che ci sono già, hanno solo cambiato il nome». Altrettanto severo il giudizio sulla Zona Economica Speciale estesa dal Governo Meloni a tutto il Sud «noi facciamo sempre così, quando arriva un nuovo Governo smonta quello che ha fatto il precedente anche di buono e ricomincia daccapo. Con il risultato che poi succedono dei disastri. Noi dobbiamo smetterla di litigare, destra e sinistra, siamo tutti italiani e dobbiamo ragionare con pragmatismo».
Sulla scelta di candidarsi alle elezioni europee Calenda parla di una scelta necessaria «gli altri si sono tutti candidati, ho dovuto farlo anche io. Non ho tanti politici di professione, ho molti tecnici e devo aiutarli. Suggerisco agli elettori di pensare al voto come un colloquio di lavoro, votate chi ha esperienza, capacità e vi promette poco perché quelli che promettono molto non realizzano mai».
Per Calenda l’esperienza del governo Occhiuto è caratterizzata dalla capacità di aver affrontato tutti i dossier cruciali «dalla sanità alle infrastrutture si sono fatti passi in avanti, poi si vedrà alla fine. Se fosse per me la sanità ridiventerebbe nazionale, voi non potete stare in queste condizioni, il Gemelli di Roma è il più grande ospedale calabrese». (redazione@corrierecal.it)
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