NICOTERA Fa sempre un certo effetto vedere tanti giovani piegati a raccogliere spazzatura di ogni specie. Ancora di più quando si tratta di 41 ragazzi e ragazze, provenienti da diversi Paesi europei, impegnati in un Erasmus a Limbadi, su alcuni beni confiscati al clan Mancuso. Tra le diverse attività previste in questi nove giorni, vi era anche quella che li ha visti impegnati nella pulitura della splendida spiaggia di Nicotera Marina. Il corso prevedeva l’approfondimento di alcune tematiche tra le quali le ecomafie e l’impatto ambientale causato dai rifiuti tossici. Un gesto concreto, quello fatto dai giovani, teso a rendere quel tratto di spiaggia ancora più bello ed accogliente, anche in vista della stagione estiva ormai alle porte. Spesso, un semplice segno di attenzione a ciò che ci circonda, contiene diversi messaggi: il primo è che sussistite in molti un sostrato di mentalità mafiosa davvero difficile da sradicare, che si manifesta in diversi modi. Tra questi, anche la scarsa attenzione all’ambiente, rifiutando di fare la raccolta differenziata, gettando spazzatura dappertutto, anche in quei posti bellissimi che la natura ha consegnato alla nostra custodia.
Le mafie, come in altre occasioni ho più volte denunciato, non solo non apprezzano la bellezza ma ne sono i veri e propri “stupratori”. L’abusivismo edilizio sulle nostre coste ne è un esempio molto eloquente, avvenuto prevalentemente tra gli anni settanta ed ottanta, quando c’era da riciclare i numerosi proventi dei sequestri di persona ed i traffici di varia natura. L’edilizia, i grandi appalti, come sappiamo, anche oggi costituiscono alcune delle grandi attrattive da parte delle varie mafie presenti nel nostro bel Paese. Il secondo messaggio che mi sento di raccogliere, è quello dell’invito alla cittadinanza attiva e responsabile, che si concretizza anche nei piccoli gesti di attenzione a ciò che ci circonda come, ad esempio, raccogliere un pezzo di carta. L’ambiente naturale non può essere vissuto solamente come uno spazio di lavoro, di tempo libero, di convivialità, ma con un sentimento di profondo legame che ci lega all’esistenza stessa. Un amore incondizionato per la vita presente e futura a cui nessuno può e deve rinunciare, perché la vita che scegliamo dipende dall’ambiente che decidiamo di salvaguardare o sfruttare per i nostri piccoli o grandi egoismi.
Papa Francesco più volte ci ha ammonito sul quel nostro essere “guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; no, la natura non la “custodiamo”, non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura. Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione”. Il monito di Francesco mi consente di raccogliere il terzo messaggio contenuto nel gesto dei giovani: l’invito a farci contemplatori, oltre che custodi della bellezza del creato. Il loro non era un semplice raccogliere la spazzatura, ma quasi un accarezzare la spiaggia dorata con la sua sabbia sottile che passa sempre inosservata; a volte addirittura dà fastidio, soprattutto quando è surriscaldata dal sole, oppure si insinua dappertutto, nei piedi e nei costumi da bagno. Eppure, ogni granello ha una storia lunghissima di migliaia di anni trasportato dai fiumi, oppure è il risultato dello sgretolamento lento e continuo delle rocce che arrochiscono le coste. I granelli non si possono contare come le migliaia di anni di cui sono testimoni. Un motivo in più per farci ascoltatori dei messaggi di questi giovani che amano la bellezza presente e futuro della nostra umanità.
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