COSENZA Amanti dei cani che negli anni hanno trasformato una passione in lavoro, coronando il loro sogno d’amore e trasformando Cosenza nella capitale dei bobtail, razza unica e amatissima richiesta in tutto il mondo: dalla Calabria le loro cucciolate partono per allietare le giornate dei cinofili dei cinque continenti.
Il cosentino Matteo Autolitano è reduce, con il suo compagno Nikolas Kanales, dal World Dog Show, il campionato del mondo di Zagabria, dove con la loro Blondie (razza bobtail, vecchio cane da pastore inglese: è il cane di Serpico, per capirci) si sono piazzati primi nella razza e nel raggruppamento, secondi nella riserva “best in show” cioè l’esibizione: Blondie è risultato il miglior pastore fra 15mila iscritti al concorso.
«L’anno scorso, al Crufts di Birmingham (il più grande show di cani al mondo, ndr), i cani in concorso erano 25mila – racconta Autolitano – e abbiamo ottenuto il record globale per la razza: era la prima volta nella storia che accadesse con un bobtail, e quest’anno abbiamo replicato con il premio come miglior femmina».
Con la particolarità del pelo bianco sugli occhi, per confondersi e non spaventare il gregge, e altre caratteristiche uniche – niente coda perché così i pastori dell’Inghilterra del Sud non pagavano le tasse, groppa più alta delle spalle e forma a pera per un passo elastico e allungato, spendendo poca energia nell’attraversare le colline del Kent e del Dorset – il bobtail «è un cane docile, senza aggressività immotivata, che sta in gruppo» spiega Matteo. Il quale ci tiene a fare una premessa: «Il cane è l’animale sociale per eccellenza, un facilitatore, è stato importante nell’evoluzione dell’uomo e nel suo lavoro oltre che come animale da compagnia, ha avuto una funzione nella società e in alcuni casi è stato fondamentale, lo è a tutt’oggi. Agli animalisti forse manca questa consapevolezza, una conoscenza e cultura cinofila quando si parla di pedigree: la selezione e l’allevamento dei cani di razza, se fatti in modo etico, servono alla loro longevità e al loro benessere».
Com’è nata la sua passione?
«Da piccolo volevo fare il veterinario ma poi ho studiato economia mentre lavoravo nella clinica di famiglia. Nel frattempo avevo una passione fortissima per i cani e ormai quasi trent’anni fa, nel 1995, mi fu affidato il primo bobtail. Intanto facevo le prime esperienze cinofile e nel 2000 ho conosciuto Nikolas a Venezia, in una gara: il caso ci ha fatti incontrare perché avevamo lo stesso cane, per lui in particolare aveva un valore aggiunto: quello di sbloccare alcuni comportamenti di sua sorella, autistica, di 11 anni più piccola. Perché la razza entra per caso ma anche per una causa precisa, nella tua vita. Passano 15 anni e nel 2010 io e Nikolas – che intanto si stava affermando come allevatore di cucciolate importanti – abbiamo avuto un altro contatto, stavolta telefonico, per una cucciolata, poi nel 2011 in una gara nella Repubblica Ceca ci siamo innamorati. Ci siamo sposati l’anno scorso ad Atene, il 13 giugno festeggeremo il primo anniversario di matrimonio. Benedico i cani che ci hanno fatto incontrare».
Insomma la passione comune ha dato vita prima a una storia di coppia e poi di successi, oltre che di lavoro.
«Io e Nikolas siamo maestri certificati, master groomer (ovvero toelettatori, ndr), a livello europeo con l’Ega – European Grooming Association – e anche in Lombardia, unica regione italiana con un albo: siamo i primi in Italia e siamo anche formatori di toelettatori. Così come avere un cane non è solo portarlo a fare i bisogni, la toelettatura non è semplicemente “lavare il cane” come molti pensano: noi abbiamo studiato e seguito corsi in America nell’Ibpsa (International Boarding & Pet Services Association, ndr), oltre che in Inghilterra, Belgio, Francia; poi ci siamo specializzati come addestratori nell’Enci, l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana. Oggi gestiamo due saloni di toelettatura e diamo lavoro a undici persone di tutte le estrazioni sociali e provenienti da tutto il mondo, dal Brasile al Gambia: nei nostri saloni parliamo 15 lingue diverse! Oltre a offrire ospitalità a cani e gatti molti dei quali trovati per strada e salvati, perché noi amiamo tutti gli animali e non guardiamo solo il pedigree: il nostro “usciere” è Vincenzo, un gattino trovato per strada che oggi è la nostra mascotte, e da 13 anni abbiamo con noi anche un cane cieco, salvato come tanti altri, perché non siamo contro i meticci. È il nostro concetto di inclusione, messo in atto grazie agli animali: il contatto con loro ci ha resi migliori anche come uomini, e con gli uomini. L’abbandono? È tragico, se vediamo un animale abbandonato per strada abbiamo perso tutti».
Ci sono state figure importanti per la sua crescita umana e professionale in questi oltre trent’anni di cinofilia?
«Sicuramente Ellen, una allevatrice inglese che consideriamo una mamma. Anche grazie a lei e ai suoi insegnamenti abbiamo vinto le nostre medaglie d’oro nella toelettatura e siamo tra i più premiati al mondo nella razza».
Vuole spiegarci in breve in cosa consiste la vostra attività da allevatori?
«Con accoppiamenti mirati diamo vita a una cucciolata ogni anno o ogni due anni: l’obiettivo è il loro benessere, ovvero selezionare i cani a livello di salute, caratteriale e morfologico per tutelare e salvaguardare la razza e preservarla storicamente. Poi li affidiamo a persone a loro volta selezionate: il cane va vissuto quotidianamente in casa e accudito con cura».
La vostra è anche una storia che parte dalla Calabria ma ha un carattere internazionale: com’è stato possibile che il sud Italia più profondo si sostituisse alle zone “elette” degli allevamenti come Belgio, Inghilterra e Francia?
«Con l’amore e la passione. I “nostri” bobtail oggi sono in Russia, Scandinavia, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Nuova Zelanda dove Carol continua a essere il cane con più vittorie in assoluto. Abbiamo amici in tutto il mondo che spesso vengono qui in Calabria a trovarci: dal Vietnam alla Corea, dalla Tailandia alla Cina, dal Canada alla Finlandia. Ci sono persone che ancora ci scrivono “avete cambiato la nostra vita”. Ci tengo a dire che abbiamo deciso di rimanere e investire in Calabria, la nostra bussola è l’inclusione non la competizione e l’egoismo».
Lei parlava del ruolo del cane nell’evoluzione stessa dell’uomo: che ruolo ha avuto invece nella sua vita?
«I cani me l’hanno salvata, la vita: non ho avuto un’infanzia semplice e loro mi hanno dato forza ed energia, erano il sogno che coltivavo mentre studiavo economia, la prospettiva di fare una gara o di toelettare il mio cane mi stimolava e dava un senso alla mia giornata. Quando guardi un cane negli occhi scopri un mondo nuovo: è un amore puro e incondizionato come quello che trovi nello sguardo di un bimbo».
x
x