CORIGLIANO ROSSANO In una piazza Salotto gremita nonostante la pioggia, Flavio Stasi, sindaco uscente e ricandidato sindaco di Corigliano Rossano, ha tenuto il suo primo comizio di questa campagna elettorale 2024. In apertura un breve commento sulla classe politica avversaria da cui prende le distanze sia per ciò che riguarda il metodo sia che per ciò che concerne l’operato. «Questa classe dirigente nuova, che noi rappresentiamo, crediamo possa fare bene alla nostra città. Abbiamo dimostrato in questi anni che si può amministrare con coraggio e sovvertire una serie di sistemi che avevano intrappolato la politica e il comune in una palude». «In Calabria – ha aggiunto – ci può essere un nuovo modello di politica che non ha bisogno di favoritismi e rigettiamo in pieno quella idea di filiera istituzionale che trasformata la politica in agganci». Da qui l’appello accorato di Stasi alla città «affinché non si lasci piegare dai ricatti del potere». Il numero uno di palazzo Bianchi è il primo amministratore a fine mandato della terza città della Calabria. Per lui è tempo di bilanci. E in una piazza Salotto bagnata dalla pioggia fa l’elenco delle cose fatte in questi cinque anni: dai fondi intercettati («siamo stati tra i comuni più virtuosi del mezzogiorno in tal senso»), ai lavori di rigenerazione urbana («un progetto straordinario da 55 mln»), dagli incentivi per ripopolare i centri storici alla refezione scolastica insieme agli incentivi disabili, dai fondi per il dissesto idrogeologico (7 mln) alla lotta dall’abusivismo, dalla sanità alle vertenze 106 e Baker Hughes, fino all’arcinota questione del bilancio comunale. «Tante però – ha sottolineato Stasi lanciando una stoccata a Occhiuto e compagnia – sono le opere che non siamo riusciti a portare a termine per negligenze imputabili ad enti terzi quali la regione. Abbiamo redatto un Piano di Trasporto pubblico che giace in regione da quattro anni; da tempo chiediamo che vengano sbloccati 7 milioni per l’ingegnerizzazione della rete idrica, ma nulla ancora. Tutto quello che abbiamo fatto – ha rimarcato – non ci è stato concesso da nessuno ma è frutto del nostro lavoro». «La vecchia politica di questa città che sta tutta e per intero dall’altra parte – ha chiosato – è serva e vassalla di altri territori. Noi rivendichiamo il diritto di affermare il nostro ruolo. Sulla 106 grazie al nostro primo parere negativo i fondi sono aumentati raggiungendo il miliardo di investimento solo ed esclusivamente per la nostra tratta. Sul fronte BH, invece, non hanno accettato il nostro disappunto. Noi andremo avanti per la nostra strada perché loro, sappiatelo, non temono me ma temono la città libera e ben governata». (Tratto da “Eco dello Jonio”)
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