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Il Consiglio regionale in “stand by” per le elezioni. Ma il dopo voto già preannuncia burrasca

L’esito delle Europee e delle Amministrative e la nuova “geografia” dell’aula destinati a modificare gli equilibri nella maggioranza di centrodestra

Pubblicato il: 19/05/2024 – 13:01
Il Consiglio regionale in “stand by” per le elezioni. Ma il dopo voto già preannuncia burrasca

REGGIO CALABRIA “La quiete prima della tempesta…” La frase è fatta ma forse è soprattutto giusta, se riferita al Consiglio regionale. Porte chiuse a Palazzo Campanella, in stand by perché adesso c’è la campagna elettorale e quindi niente lavori politico-istituzionali per non interferire con l’imminenza del voto e per evitare strumentalizzazioni di sorta. Se ne parlerà sicuramente dopo l’8 e il 9 giugno o forse ancora più in là, ballottaggi permettendo, perché non solo le Europee ma anche le Amministrative, segnatamente quelle a Vibo Valentia e Corigliano Rossano, hanno indubbi risvolti e indubbie ricadute anche dalle parti dell’Astronave.

Lo “stato dell’arte”

Il film dell’Assemblea si è fermato il 7 maggio scorso, giorno dell’ultima seduta di Consiglio regionale regolarmente convocata prima del “rompete le righe” elettorale. Da quel giorno lo stop, forse anche opportuno, soprattutto per la maggioranza di centrodestra, che già aveva fatto balenare diverse fibrillazioni e diverse scintille (la Lega che lascia l’aula facendo mancare il numero legale su una pratica di Fratelli d’Italia, un certa freddezza che diversi addetti ai lavori avrebbero percepito tra i due presidenti, Roberto Occhiuto e Filippo Mancuso). Uno stop comunque fisiologico, che segna anche una pausa di riflessione del Consiglio regionale, che anche in questo primo semestre del 2024 aveva dimostrato un certo sprint, meno sfavillante dei due anni precedenti sul piano contenutistico ma altrettanto denso sul piano numerico (da gennaio a oggi le sedute dell’aula plenaria sono state 6, rispetto alle 7 dei primi sei mesi del 2023 e alle 6 del primo esentare 2022, così come le leggi approvate sono più o meno sulla stessa linea, sulla ventina). Uno stop che è anche un atto dovuto, se si considera che sono diversi gli inquilini candidati alle prossime elezioni: segnatamente, lo stesso Mancuso per la Lega alle Europee, Luciana De Francesco alle Europee per Fratelli d’Italia, Francesco De Nisi alle Europee per Azione e Pasqualina Straface di Forza Italia candidata sindaco a Corigliano Rossano.

Mancuso con gli attuali presidenti delle Commissioni del Consiglio regionale

Gli scenari

Ma il vero “nocciolo” politico si presenterà dopo le elezioni, perché passata la parentesi elettorale ci si ritroverà con un Consiglio regionale profondamente modificato nella sua fisionomia e nella sua “geografia”, alla luce di alcuni recenti cambi di casacca che hanno ridisegnato gli equilibri, ovviamente fronte maggioranza di centrodestra. Negli ultimi mesi, in sintesi, la Lega ha “acquistato” due consiglieri regionali – Giuseppe Mattiani e Katya Gentile – strappandoli a Forza Italia, a sua volta Forza Italia ha “tenuto botta” ingaggiando Salvatore Cirillo, eletto con l’ormai inesistente Coraggio e Antonello Talerico, eletto con Forza Italia ma finora accasato al Misto. La “conta” dice che Forza Italia resta il gruppo più numeroso con 8 consiglieri regionali (compreso il governatore Roberto Occhiuto),la Lega ora ha 6 consiglieri regionali rispetto ai 4iniziali, Fratelli d’Italia è stabile a 4, in più Forza Azzurri (appendice di Forza Italia) ha 2 consiglieri come anche Azione (che non ha però un gruppo). La partita che si profila dopo le elezioni è quella del rinnovo delle presidenze delle sei Commissioni permanenti e delle due Commissioni speciali, posto che l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale è stato già rinnovato (e riconfermato) con un “blitz” di Mancuso. Prassi vuole che le presidenze uscenti vengano confermate ma la prassi stavolta si scontra con una novità, e cioè il fatto che lo schema iniziale è già saltato, perché due presidenti uscenti, Mattiani e Gentile, erano stati eletti in quota a un gruppo diverso da quello attuale, e oggi la Lega si ritrova con 4 presidenze in tasca sulle 8 complessive (rispetto alle due inizialmente detenute dal Carroccio) . Insomma, gli equilibri iniziali già si sono scompaginati, e in più altri due presidenti di Commissione, le stesse De Francesco e Straface, sono impegnate in prima persona nelle elezioni. E l’esito del voto, che per diversi analisti politici potrebbe dar luogo a un redde rationem nella maggioranza, rischia di terremotati completamente. Da qui la frase fatta, ma nemmeno tanto, “la quiete prima della tempesta”. Quiete peraltro relativa, visto quanto soprattutto Lega e Forza Italia stanno bisticciando e sgomitando già in questa fase. Per questo gli analisti pronosticano e prevedono forti turbolenze dopo le elezioni, alla luce die nuovi rapporti di forza che potrebbero determinarsi nel centrodestra delle ambizioni che i vari partiti della colazione potrebbero vantare risultati alla mano. In più, questa partita delle Commissioni si intreccerà inevitabilmente anche con quella del sempre più prevedibile rimpasto della Giunta da parte del governatore Occhiuto: giusto per dire del clima, è da settembre che Fratelli d’Italia rivendica uno spazio maggiore di quello attuale. Giusto a mo’ di esempio… (a. cant.)

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