LAMEZIA TERME Un’idea di centrodestra in linea con il dettato berlusconiano di 30 anni fa, con Forza Italia e Noi Moderati convintamente sotto le insegne del Ppe, «non una somma di simboli ma una proposta politica chiara e concreta»: Maurizio Lupi, leader nazionale della formazione centrista, parla con L’altro Corriere Tv (canale 75) rispondendo alle domande di Danilo Monteleone e spaziando tra temi locali e macro. «Certo, le comunali sono importanti (qui la tappa a Vibo, ndr) ma per un calabrese non sembrino lontani i temi di politica estera – riflette Lupi – e le ricadute nella vita di tutti i giorni: penso a infrastrutture, sanità e lavoro ma anche a quanto accaduto dopo l’invasione dell’Ucraina con il caro energia e l’aumento del costo del pane».
Per il leader nazionale di Noi Moderati il voto dell’8-9 giugno «è una scadenza importante anche se pensiamo alla pandemia del 2020: un nemico senza confini che ci ha fatto capire che non ci si salva da soli, e l’Europa ha dimostrato di saper combattere il virus ma anche di pensare alla rinascita, con i 220 miliardi del Pnrr di cui 80 a fondo perduto e il resto a tasso d’interesse 0». Tema, quello dello sviluppo, intimamente connesso allo spopolamento, con la Calabria che ogni anno è come se perdesse un paesino di 9mila abitanti: «Nel 2050 si stima che ci saranno 8 milioni e mezzo di italiani in meno, con un invecchiamento della popolazione: questo – ragiona Lupi – significa che i due terzi del Pil dovranno essere destinati a welfare e sanità».
Altro tema caldo le migrazioni: «Bisogna gestire i flussi e dialogare coi paesi che si affacciano sul Mediterraneo, la Calabria come la Sicilia è come una capitale di questo che è il mare dell’Europa. Il piano Mattei del governo Meloni dimostra quanto non si debbano sottovalutare le politiche che riguardano il continente africano».
Sui passaggi più strettamente elettorali, Maurizio Lupi ricorda che il candidato Riccardo Rosa, segretario provinciale di Noi Moderati a Cosenza, è il più giovane nelle liste del cartello moderato che fa riferimento al Partito popolare europeo, mentre tornando all’agenda politica – e da ex ministro – non tralascia «la sfida delle sfide: quella delle infrastrutture, comprese quelle digitali che pongono parti della Calabria ancora tagliate fuori, un gap che non deve esistere. Certo, anche il Frecciarossa che dopo Salerno diventa Frecciargento è un’anomalia… (ride)».
Ancora sul Pnrr, Lupi elogia il lavoro del ministro Fitto (anche nel «dialogo proficuo» con il governatore calabrese) e si dice ottimista sulla scadenza 2026: «Importante la collaborazione tra governo e comuni, non devono esserci divisioni perché siamo come in una partita della Nazionale, tifiamo per una sola maglia e non facciamo polemiche sterili magari per un voto in più».
L’astensionismo? Davanti a un dato previsto sopra il 50%, il leader di Noi Moderati cita il film già cult di Paola Cortellesi sul diritto di voto alle donne e rimarca «la forza della democrazia nello scegliere anche di non rinnovare la fiducia a chi ha deluso le aspettative: pure il governo Meloni nel 2027 sarà giudicato sugli obiettivi raggiunti».
Poi i rapporti di forza nel centrodestra e quelli in particolare con la Lega, con Lupi che risponde riportando un recente scambio di battute con il salviniano Claudio Borghi: «Propone di togliere le bandiere dell’Ue dagli uffici pubblici, gli ho fatto notare che senza fondi europei il ponte su cui tanto spinge Salvini non si potrebbe fare…». Certo – puntualizza subito dopo – «nessuna contrapposizione» con il Carroccio ma «la nostra bussola nel centrodestra è il Ppe – argomenta ancora Lupi – e riportiamo il progetto politico del cosiddetto centro nell’alveo del moderatismo, della sussidiarietà e solidarietà, del libero mercato ma anche della giustizia sociale. Il bipolarismo in Italia è definito, ora il centro decida dove stare per evitare una situazione da Aspettando Godot».
Infine, sul lavoro di Roberto Occhiuto alla guida della Regione, Maurizio Lupi risponde: «Era un lavoro complicato, non era facile far ripartire il treno Calabria. Da Roma l’impressione è che la Calabria sia tornata ad essere protagonista, anche sull’autonomia differenziata con la dichiarazione di ieri dimostra di rappresentare con forza la sua regione. Su investimenti e sanità – le liste d’attesa sono un problema anche in Lombardia ma il vostro turismo sanitario è un fenomeno davvero triste – Occhiuto sta dimostrando di lavorare bene, poi il giudizio dovranno darlo i calabresi al termine del mandato».
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