Il sogno serie A del Catanzaro continua nel modo più entusiasmante, anche se sofferto. Il Cosenza invece riflette sul suo futuro, con il caso Tutino a tenere banco.
Neanche la più contorta mente del più abile autore di thriller avrebbe potuto partorire una sceneggiatura come quella della gara tra Catanzaro e Brescia, turno preliminare del play-off di serie B. Quando al 95’ della sfida del Ceravolo il parziale era di 1-2 in favore della squadra di Maran, neanche i tifosi giallorossi più ottimisti avrebbero potuto prevedere quello che sarebbe successo di lì a poco. Quell’ultimo calcio d’angolo, quell’inzuccata vincente di Donnarumma (proprio lui!), quella sua folle corsa verso i tifosi mentre alcuni suoi compagni crollano a terra, in lacrime, increduli. Tra questi capitan Iemmello che nel primo tempo aveva messo a segno la rete del momentaneo 1-1 tenendo vive le speranze giallorosse. Quel preciso istante ha cambiato la gara. I quasi 13mila del Ceravolo, che ormai si preparavano ad un mesto rientro a casa con le pive nel sacco, si riaccendono e caricano la squadra. Nei tempi supplementari si completa poi l’opera con l’assist al bacio di Iemmello per il gol in acrobazia di Brignola (finalmente lui!) e quindi il definitivo 4-2 siglato proprio dal capitano, con lo scavetto, sui titoli di coda. Un’apoteosi. Dall’inferno al paradiso, tutto in pochi istanti. Dall’esclusione alla semifinale play-off contro la Cremonese. Primo atto martedì sera, di nuovo al Ceravolo, ritorno sabato a Cremona. «Ci siamo prenotati per un’altra giornata di spettacolo» dirà Vivarini a fine gara pregustando la bolgia che accoglierà la squadra di Stroppa il prossimo 21 maggio. Le aquile si assicurano almeno altre due gare da giocare. Altre due sfide, quelle contro i grigiorossi, per inseguire un sogno che a questo punto comincia a fare davvero gola. La serie A non era un obiettivo, probabilmente non lo è ancora, ma perché non provarci?
Crema: i gol di Donnarumma e Brignola sono, senza alcun dubbio, l’aspetto più positivo per la squadra di Vivarini. Dopo i forfait di D’Andrea e Ambrosino, le scelte in attacco per il tecnico giallorosso si erano ridotte al minimo. Il ritorno al gol di entrambi gli restituisce, quindi, due giocatori ritrovati dal punto di vista psicologico e mentale. Donnarumma non segnava dal 27.09.2023 (1-1 al Ceravolo contro il Cittadella) e ha chiuso la stagione con appena 2 gol all’attivo. Solo una la rete realizzata in campionato, invece, da Brignola, in gol nel successo per 1-2 in casa della Samp datato 01.10.2023. Averli ritrovati proprio ora, nel momento cruciale e nella fase in cui la coperta sembra corta può davvero essere fondamentale. Il loro exploit avalla le scelte di Vivarini che li pesca dalla panchina e che ha sempre dichiarato di avere fiducia in entrambi. Giocatori esperti, di categoria, di personalità. Tutte caratteristiche che in gare decisive, come sono i play-off, possono e devono fare la differenza.
Amarezza: la giornata “no” del giovane Veroli, non impeccabile in occasione dello 0-1 siglato da Galazzi (ma anche i suoi compagni di reparto non sono parsi ineccepibili) e sfortunato protagonista dell’errore costato l’1-2 di Moncini. Il classe 2005 di proprietà del Cagliari ha forse sentito oltremodo la pressione di una gara da dentro o fuori, la prima in un contesto del genere nella sua giovane, e sicuramente piena di successi, carriera. Se l’esperienza di Donnarumma e Brignola è tornata e sarà utile nei play-off, l’inesperienza di Veroli si è fatta un po’ sentire. A lui ha dedicato la vittoria capitan Iemmello dai microfoni di Sky, a testimonianza di un gruppo unito più che mai e che ha bisogno di tutti, ora più che mai. (Stefania Scarfò)
Magari Eugenio Guarascio ha già deciso e si diverte a osservare l’ansia dei tifosi e a leggere su giornali e social le sollecitazioni di chi vuole il riscatto a tutti i costi di Gennaro Tutino. Magari è così, se la ride, oppure no, non ha deciso niente e aspetta, come ha sempre fatto d’estate, stagione in cui gli avversari corrono e il Cosenza calcio dorme. Capire cosa stia passando nella testa del patron rossoblù in questi giorni è un vero rebus (oltre che una ripetizione inutile di ragionamenti), ma con un campionato concluso anzitempo rispetto alle sofferenze degli ultimi anni, se nell’ambiente rossoblù non si parla del Tutino-gate, viene quasi da annoiarsi. Il riscatto oneroso dal Parma del nuovo Gigi Marulla è diventato la questione delle questioni, lo spartiacque che potrebbe dire molto sul Cosenza che verrà e sulla popolarità dello stesso Eugenio Guarascio da Lamezia Terme che da qui a breve – dato per scontato il riscatto dell’attaccante napoletano alla non modica cifra, per il suo modus operandi, di oltre due milioni di euro – potrebbe trovarsi di fronte all’ennesimo bivio della sua esperienza pallonara: vendita del calciatore in serie A con plusvalenza da strapparsi i capelli o la sua conferma in rosa con la consapevolezza che a quel punto dovrebbe spendere altri soldini, tanti, per costruirgli attorno una squadra d’alta quota. Intanto appare quasi certo che quest’anno il ritiro si farà al fresco e soprattutto sulla montagne della Sila, e non in una incomprensibile calda pianura del centro Italia. Pochi giorni fa le prove generali con club e squadra al completo che hanno visitato il Consorzio della Patata della Sila a San Giovanni in Fiore. Qui la sindaca Rosaria Succurro, che è anche presidente della Provincia, ha chiesto a Guarascio di valorizzare Tutino per conquistare insieme la serie A. Il presidente pare abbia reagito con un sorriso di circostanza e cortesia.
Crema: c’è un’intera provincia che chiede a Guarascio di fare uno sforzo su Tutino. I tifosi della curva nord hanno dichiarato pubblicamente che quella è l’unica strada da seguire altrimenti si regoleranno di conseguenza. Non sappiamo se tutto ciò possa rientrare nella crema di questa rubrica, ma di certo è in grado di mettere pepe a un’estate che, chissà, potrebbe rivelarsi più vivace del solito per i colori rossoblù. Tutto ciò in attesa che il direttore sportivo Roberto Gemmi si decida sul da farsi: resta con Guarascio o accetta l’offerta dello Spezia? La società ligure, dopo un anno tremendo, punterà al ritorno in A, il Cosenza, reduce con il ds sul ponte di comando da un playout vinto e da una salvezza più o meno tranquilla, che ambizioni ha?
Amarezza: pensare (sempre che Guarascio decida di riscattarlo dal Parma) che Tutino possa mettere da parte i sogni di gloria per dare spazio all’amore che solo Cosenza potrà mai dargli, oltre a rischiare di illudere e distrarre la piazza, è da egoisti. L’attaccante, obiettivamente, dopo una stagione straordinaria come quella appena conclusa, merita una seconda chance in serie A. Una seconda chance che arriverebbe a 27 anni, in un momento maturo e solido della sua carriera. Una chance che, lo sappiamo, Guarascio non può garantirgli da qui a breve. Tutto ciò, tanto per cambiare, rende il futuro del Cosenza calcio incerto e amaro, ma per il bene di Tutino un’eventualità del genere va messa in conto e accettata. Ragionando con raziocinio, l’affaire Tutino, purtroppo, è un non problema per i tifosi, perché è impensabile, considerato il modo in cui il club ha gestito il prodotto calcio fino ad oggi, che possa restare. (Francesco Veltri)
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