REGGIO CALABRIA Carenze di organico, sovraffollamento, l’allarme per i cellulari a disposizione dei detenuti, la necessità di istituire nuove scuole di formazione per i poliziotti. Questi i temi al centro dell’incontro che si è tenuto questa mattina presso la Casa circondariale di Arghillà, a Reggio Calabria, alla presenza del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, accompagnato dall’europarlamentare e candidato di Fratelli d’Italia Denis Nesci, che ha incontrato i vertici dell’istituto e i sindacati.
«Il motivo della mia visita di oggi – ha spiegato ai giornalisti il sottosegretario a margine dell’incontro – è proprio raccontare il grande sforzo di questo governo sulla carenza del personale di polizia penitenziaria, assunzioni che hanno impattato anche sulla pianta organica aumentandola nella prima finanziaria, che è una finanziaria di sangue di guerra nel vero senso della parola per le note vicende ucraine che rendevano meno agibili le manovre economiche».
«Stimiamo oltre i settemila gli allievi agenti finanziati in un anno e mezzo, se così fosse stato nel passato staremmo a parlare di sovrapresenza di polizia penitenziaria e non di carenza, e quindi questa è una delle prime cose che ho raccontato che abbiamo fatto unitamente a quello che faremo per il benessere della polizia penitenziaria, in particolar modo qui ad Arghillà, con una promessa in ordine alla caserma di cui ha necessità la polizia penitenziaria per il benessere del personale».
Sempre sulla carenza di organico Delmastro ha spiegato che «bisogna rivedere le piante organiche a livello nazionale, lo faremo, stiamo iniziando a lavorarci con le forze sindacali. È chiaro che rivedere le piante organiche è un problema perché la coperta è corta, ma certamente lo farò nel corso del mandato unitamente a tutte le forze sindacali della polizia penitenziaria».
Delmastro, che nel pomeriggio si è poi recato presso la Casa Circondariale di Locri e ha incontrato i vertici degli uffici giudiziari, in riferimento all’edilizia penitenziaria ha parlato di «155 milioni sbloccati e paralizzati per anni e anni già stanziati, che mi chiedo perché gli scienziati che mi hanno preceduto non li portassero avanti, più 85 milioni nel Pnrr per fare otto nuovi padiglioni detentivi, peraltro che interessano anche queste strutture. Vuole dire aver in un anno e mezzo sbloccato 250milioni di euro di edilizia penitenziaria per recuperare secondo i dati approssimativi del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, 7.300 posti detentivi sui diecimila che mancano. Mi pare che sia uno sforzo straordinario, inequivocabile, incontrovertibile e che questi dati parlino».
Su Arghillà sono in programma due interventi, la costruzione del nuovo padiglione e della caserma. «Stiamo lavorando, – ha sottolineato il sottosegretario – per quanto riguarda la caserma posso assicurare che non dovremo attendere i lavori finali della caserma strutturali per avere una situazione alloggiativa per uomini e donne della polizia penitenziaria perché faremo molto velocemente un intervento tampone».
“Sicurezza” è la parola che Delmastro ripete più volte. «Quei 250milioni che abbiamo investito di vecchie risorse stanziate e mai utilizzate ci consentono di liberare altre risorse che avevamo e le indicazioni al Dap sono state chiare ed inequivocabili: caserme per la polizia penitenziaria e sicurezza, e quindi schermatura dei nostri istituti perché nessun ‘ndranghetista possa entrare in un istituto e continuare ad ostentare profili di devianza criminale dall’interno dell’istituto facendosi video». «Quando avremo schermato tutti gli istituti d’Italia – ha aggiunto Delmastro – avrò il piacere di tornare in Calabria a dire agli ‘ndranghetisti: fatevi pure entrare i cellulari intanto non pubblicherete mai più niente all’esterno perché quello che comunicate fa ribrezzo».
Non sono mancati gli attacchi agli avversari politici. Il sottosegretario alla Giustizia, rispondendo ai giornalisti, ha infatti commentato le critiche di Federico Cafiero De Raho in merito all’accoglienza che la premier Giorgia Meloni ha riservato a Chico Forti: «Cafiero De Raho è quella persona che sta in quel movimento che quando Di Maio annunciava: “Chico Forti tornerà in Italia”, tutti a battergli le mani, e non è tornato. Ora che torna e lo porta la Meloni non va bene. Qual è il problema? Il problema è che la Meloni è riuscita dove hanno fallito tutti e primi di tutti i Cinque Stelle che pur non avendolo portato in Italia continuavano a dire “è questione di ore è questione di giorni”. Certo c’era ancora qualcuno che credeva Di Maio fra questi Cafiero De Raho. Se la cantano se la suonano da soli». E poi l’elogio all’alleato e amico Denis Nesci, candidato alle europee con FdI, con il successivo attacco a Ilaria Salis, candidata invece con Avs: «Io sono molto contento di stare al fianco di Denis, è una persona capace seria che serve un territorio. Poi – ha aggiunto Delmastro – ci sono altri partiti che scelgono altre candidate, cioè per esempio persone che credono che la democrazia e il confronto democratico sia girare il mondo all’interno della banda del martello per sfondare la testa a chi la pensa diversamente da loro». (m.ripolo@corrierecal.it)
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