LAMEZIA TERME «Gli uomini passano e le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». Era il 23 maggio 1992 quando un attentato uccideva il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Dal ricordo di Falcone e Borsellino parte la riflessione di Lettera R, la rubrica di approfondimento in onda ogni lunedì su L’Altro Corriere TV, condotta dal professore Giancarlo Costabile. «La loro è una pedagogia del dovere che aveva interiorizzato il senso dello Stato e delle istituzioni». Uno Stato basato sui diritti costituzionali e che ricordano le nostre responsabilità. «Lo Stato è ciò che noi decidiamo che sia». Responsabilità sociale e pratica educativa dei doveri: da questi due concetti fondamentali, spiega Costabile, deve partire il senso dell’antimafia di oggi. «Negli ultimi anni questa è rimasta prigioniera di un’industria del ricordo, che ha animato spettacolarizzazioni della memoria, spesso lautamente pagate perché purtroppo esiste un’antimafia con la partita IVA». L’antimafia deve invece seguire l’evoluzione delle mafie «che sono ormai linguaggio principale della globalizzazione economica». Una vera e propria «modalità di produzione e distribuzione della ricchezza» che ha come conseguenze disuguaglianza e sfruttamento. L’antimafia, secondo Costabile, deve ripartire dai «diritti di prossimità». «Non ci può essere libertà senza giustizia sociale e senza dignità sociale» conclude con un appello Costabile. «Tocca a noi farci pienamente Stato, nel ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, la sua scorta e tutti i caduti delle mafie». (redazione@corrierecal.it)
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