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“Oltre ogni sfida”, ecco la giornata dedicata a chi ha subito un trapianto di cellule staminali emopoietiche

Il 25 maggio a Reggio Calabria l’iniziativa nata dall’Unione tra Gitmo e Ail: previsto un incontro organizzato dal Centro Trapianti del Gom

Pubblicato il: 20/05/2024 – 12:48

REGGIO CALABRIA Dall’unione tra Gitmo e Ail, a Reggio Calabria il 25 maggio, presso l’èHotel,  si celebrerà la 1° Giornata Gitmo-Ail dedicata al paziente che ha subito un trapianto di cellule staminali emopoietiche o terapie cellulari CAR-T; per l’occasione sarà organizzato dal Centro trapianti del Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria un incontro dal titolo Oltre ogni sfida”, rivolto a pazienti ed ex pazienti, che hanno effettuato un trapianto autologo o allogenico o la terapia cellulare con CAR-T, e alle loro famiglie.  «Una importante e recente iniziativa, che – dichiara Massimo Martino, presidente Gitmo e direttore Uoc Centro Trapianti Midollo Osseo, direttore ad interim Uoc di Ematologia Dipartimento Oncoematologico e Radioterapico Grande Ospedale  Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria – evidenzia e rafforza il forte e proficuo legame esistente tra Gitmo e Ail: l’istituzione, a partire dal 2025, della Giornata Nazionale del paziente trapiantato di cellule staminali, è il segno della sempre maggiore attenzione verso i nostri pazienti. L’obiettivo è quello di accendere i riflettori non solo sui tumori del sangue ma su tutti gli aspetti che riguardano la qualità di vita e la quotidianità del paziente trapiantato e possibilmente guarito. Le problematiche e le sequele conseguenti a un trapianto sono tante: nutrizionali, sessuali, psicologiche, lavorative e di ordine sanitario e organizzativo della vita quotidiana e dei controlli medici. La Giornata verrà celebrata ogni anno, probabilmente in primavera, con il sostegno di AIL e dei Centri di trapianto di midollo osseo su tutto il territorio nazionale, con iniziative di sensibilizzazione e informazione e vedrà il coinvolgimento di specialisti, pazienti, istituzioni nazionali e locali, media e pubblico. Dobbiamo ricordare che il paziente trapiantato trascorre almeno due anni della propria vita affrontando un percorso molto faticoso e complesso; una volta uscito dalla fase più delicata deve ritornare alla normalità e questo pone per lui e per i suoi cari altre sfide importanti per le quali occorre tutto l’aiuto possibile da parte degli specialisti che lo hanno in cura».

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