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Vendola: «Sud condannato a morte dall’alto tradimento di Giorgia Meloni»

Il presidente di Sinistra Italiana a Cosenza per sostenere la candidatura di Maria Pia Funaro in Avs alle Europee dell’8 e 9 giugno

Pubblicato il: 20/05/2024 – 21:23
di Eugenio Furia
Vendola: «Sud condannato a morte dall’alto tradimento di Giorgia Meloni»

COSENZA «La Calabria, come tutto il sud, è condannata a morte dall’alto tradimento di Giorgia Meloni e dell’autonomia differenziata che rappresenta un crimine contro la nostra storia e contro la Costituzione, un colpo alla nuca che devasta il welfare e privatizza la sanità cancellando i diritti»: così Nichi Vendola a Cosenza per sostenere la candidatura di Maria Pia Funaro alle Europee dell’ 8 e 9 giugno nell’ Alleanza Verdi e Sinistra. Il presidente di Sinistra Italiana chiude in piazza della Vittoria un minitour iniziato stamattina all’Unical e proseguito a Casali del Manco, storico feudo della sinistra.

«Il Governo entri nelle fabbriche e nei cantieri. Il Pd? È malato di governismo»

Il discorso del presidente della primavera pugliese ha la guerra come cardine, declinata non solo in chiave bellica: ci sono sì – spiega Vendola – i conflitti alle porte d’Europa (Ucraina e Medioriente) ma anche quelli verso i disabili, le donne, i bambini, i lavoratori, l’ambiente. «Guerra ai poveri anziché alla povertà – ha aggiunto Vendola – ai migranti, ai ragazzi definiti eco-vandali come invece si dovrebbero chiamare i palazzinari. È la guerra di ogni nord contro ogni sud, visto che la guerra è un meccanismo esponenziale che si auto riproduce. Questo governo, anziché spiare dal buco della serratura entrando nelle camere da letto degli italiani, entri nelle fabbriche e nei cantieri: la politica dei talk fa schifo perché ha divorziato dalla realtà. Il Pd? È malato di governismo e il centrosinistra ha molto peccato, tradendo la fiducia dei suoi elettori».

Sulla scale del monumento ai caduti, moderatore Alfonso Bombini, Maria Pia Funaro ribadisce la centralità dei temi esposti da Vendola («il pacifismo non sembri qualcosa di lontano da noi»), dell’ ecologia e dell’ ambientalismo, poi ringrazia la platea «la stessa che ritrovo dopo l’incontro pubblico nel centro storico», quando spiegò le ragioni del suo dimissionamento dalla giunta Caruso. Sui temi più prettamente calabresi ma con gittata europea, Funaro non può non menzionare il ponte sullo Stretto, «opera non certo prioritaria e su cui si addensano le nubi di interessi oltre che i dubbi sull’impatto ambientale». È la Calabria della «bellezza ferita trasformata in discarica» di cui parla anche Vendola: «Una terra di potenzialità e talenti traditi». Vendola infiamma la platea quando parla di lavoro («i lavoretti sono un sequestro di persona, figli della logica del profitto, e non si parli di incidenti sul lavoro ma di strage di stato»), poi ripesca nei ricordi un’intervista a Giacomo Mancini («la sua lezione? Che anche nella politica minuta e del pragmatismo c’è bisogno di un orizzonte») e ammette un certo nostalgismo da Prima Repubblica nel pantheon fatto di Berlinguer, Ingrao, Aldo Moro e Tina Anselmi. Non mancano l’attualità di Isaia sul disarmo e l’insegnamento di papa Bergoglio: «Assurdo che alle sue parole contro le guerre segua il silenzio più assoluto della politica», dice. «Io stavo a casa ma per via della guerra sono tornato a fare politica».

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