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«Crotone soffre per incidenze tumorali, stop ad attività che comportino ricadute sull’ambiente»

Lettera del Comitato “Fuori i veleni Crotone vuole vivere” al presidente della Regione Occhiuto, a Mancuso e alla Giunta regionale

Pubblicato il: 21/05/2024 – 13:05
di Gaetano Megna
«Crotone soffre per incidenze tumorali, stop ad attività che comportino ricadute sull’ambiente»

CROTONE Il Comitato “Fuori i veleni – Crotone vuole vivere” chiede la modifica del Piano regionale dei rifiuti. La richiesta è contenuta in una lettera che il Comitato ha inviato oggi al Presidente della Regione Calabria, al presidente del consiglio regionale e alla Giunta. In premessa il Comitato ricorda quello che dice il  “Report Epidemiologico Nazionale “Sentieri 2023” relativamente alla città di Crotone e cioè che “è fortemente sofferente sul piano delle incidenze tumorali ed ambientali, il che dovrebbe assolutamente sconsigliare di consentire ulteriori attività che comportino ricadute sull’ambiente, già fortemente compromesso, e conseguenze ancora più pesanti in termine di salute pubblica”.  La situazione ambientale di Crotone risulta particolarmente critica in quanto “nel raggio 10 Km” sono  presenti:  “Tre Impianti di biomasse (Crotone, Cutro e Strongoli), una centrale turbogas (loc. Santa Domenica di Scandale);  un termovalorizzatore per rifiuti ospedalieri e fanghi di depurazione, un impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi (Sovreco S.p.A.), un impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e non (Sovreco S.p.A.), un Tmb (Trattamento biologico meccanico) per rifiuti indifferenziati loc. Ponticelli, un impianto di discarica comunale Rsu dismessa di loc. Farina, quattro piattaforme a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni), 31 pozzi attivi a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni), nove pozzi attivi sulla terra ferma del promontorio di Capocolonna (di proprietà Eni), due impianti di raffinazione del gas estratto a Crotone (di proprietà Eni), una procedura di Via in corso presso il Ministero per realizzare un Rigassificarore loc. Passovecchio”. Sempre nel territorio ci sono diversi “Parchi eolici (con aerogeneratori alti 20-30-50 m) installati da circa 20 anni nelle vicine località di Rosito, S.Anna, Isola C. Rizzuto, S.Giorgio, S.Biaglio, Apriglianello e altri”. La situazione attuale è grave ed è per questo che rispetto al contesto generale “è ancora più grave quanto si sta verificando, in particolare il tentativo di modificare il Piano di bonifica del Sin per rimuovere il vincolo che prescrive ad Eni di portare i veleni fuori da Crotone e dalla Calabria”. “Un’operazione gravissima – scrive il Comitato – con implicazioni e conseguenze letali per la salute dei crotonesi”. Si chiede, quindi, che nella prossima Conferenza dei servizi si dica no al proposito dell’Eni di ignorare quanto deciso nella Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019, che ha sancito il trasferimento fuori dal territorio della Calabria dei veleni presenti a Crotone. Ecco perché “si rende necessario procedere con urgenza ad una modifica del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (approvato il 12 marzo 2024), da fare entro il giorno della prossima Conferenza dei servizi, visto che alcune parti dello stesso risultano essere in contrasto con gli obiettivi definiti nelle Direttive 850/UE/2018, modificativa della direttiva 1999/31/CE sulle discariche, e 851/UE/2018, modificativa della direttiva 2008/98/CE sui rifiuti”. Nella lettera il Comitato contesta “le recenti modifiche del Piano regionale dei rifiuti” in quanto “hanno di fatto ispirato l’odierna richiesta di variante al POB Fase 2 da parte di Eni, che dal 2020 ad oggi non ha inteso procedere alla bonifica del sito Sin come stabilito dal D. inter M. 7 del 3 marzo 2020”. “Eni ha così assunto la grave responsabilità per la mancata bonifica”. Secondo il Comitato le modifiche “risultano essere incostituzionali, nella misura in cui violano il sacrosanto diritto alla tutela della salute dei cittadini e della vita stessa”.  E “risultano illogiche andando a regolamentare senza distinzione la disciplina dei rifiuti speciali pericolosi e delle discariche inerenti è quella dei rifiuti solidi urbani e non pericolosi”. Le modifiche introdotte con il Piano regionale dei rifiuti “hanno anche pervaso ed influenzato alcune recenti scelte”. Grazie a queste modifiche “si è proceduto ad autorizzare, in via semplificata, la realizzazione di un Gassificatore per rifiuti speciali ed infetti ospedalieri per 25 tonnellate al giorno attraverso una semplice variante ad una Autorizzazione integrata Ambientale inerente e limitata al “solo” stoccaggio di detti rifiuti, senza alcuna valutazione d’Impatto ambientale”. La nuova autorizzazione si trova “in area SIN ed in prossimità di due biomasse e di un termovalorizzatore”. “Nel frattempo – continua – è in corso la costruzione di un nuovo termovalorizzatore per 65.000 tonnellate annue di rifiuti speciali e pericolosi laddove già ne esisteva uno”. Secondo il Comitato tutte le autorizzazioni concesse “violano i fondamentali ed essenziali principi costituzionali ed Europei, come il principio di precauzione, oltre a violare il principio che prevede, nel rilascio delle autorizzazioni, la valutazione dell’effetto cumulativo sulla salute umana e sull’ambiente, che risulta ampiamente disatteso”. Ai destinatari della lettera viene chiesto, quindi, “di rivedere immediatamente l’aggiornamento del Piano rifiuti regionali emendando: al punto 32.1 Applicazione dei criteri localizzativi, il periodo Nel Piano del 2016 erano stati previsti i criteri localizzativi “per l’individuazione di aree idonee per impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani dai criteri localizzativi per gli impianti di trattamento, di recupero e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non-pericolosi”. Nel nuovo testo del Piano regionale “non si fa più ricorso a tale distinzione. Si chiede ancora di modificare “il punto 32.2 Esclusione dal campo di applicazione dei criteri localizzativi, la lettera “n) discariche per la messa in sicurezza permanente e impianti di trattamento dei rifiuti realizzati nell’area oggetto di bonifica e destinati esclusivamente alle operazioni di bonifica dei siti contaminati secondo le procedure del titolo V del d.lgs. 152/2006, fermo restante l’obbligo di rimozione degli impianti di trattamento a bonifica conclusa”. “In quanto tali previsioni costituiscono la ragione per cui ENI pretende di lasciare tutti i rifiuti velenosi a Crotone, contrariamente e quanto previsto con il PAUR”. In attesa di procedere alla modifica del Piano regionale dei rifiuti “ si richiede quindi la sospensione di tutti i procedimenti autorizzativi rilasciati e/o in corso di valutazione”. Le modifiche apportate al Piano regionale dei rifiuti potrebbero far ripartire il progetto dell’imprenditore Maio di realizzare a Giammiglione un nuovo impianto per smaltire Rsu e rifiuti pericolosi.

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