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Colpita la rete della mafia turca in Italia, raffica di arresti

Inchiesta della Procura di Milano. Al centro dell’indagine un boss scampato a un attentato a Crotone

Pubblicato il: 22/05/2024 – 7:50
Colpita la rete della mafia turca in Italia, raffica di arresti

MILANO  In corso gli arresti, su ordine del Gip del Tribunale di Milano e su richiesta della sezione distrettuale antiterrorismo della Procura, nei confronti di 19 cittadini turchi dimoranti in Italia, ma anche in Svizzera e Germania e Turchia, indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un’associazione con finalità terroristiche ed a commettere attentati terroristici, quindi detenzione e porto illegale di armi “micidiali” e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le operazioni svolte dalla Polizia di Stato – delegata all’operazione insieme alla Guardia di Finanza – sono state svolte grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate nei confronti del gruppo criminale nonché a complessi servizi di osservazione e pedinamento svolti sul territorio nazionale con uno scambio informativo tramite Interpol, tra la Polizia di Stato e la polizia turca del Kom. L’operazione, tuttora in corso, sta coinvolgendo centinaia di poliziotti tra la Svizzera e l’Italia tra cui personale della Squadra Mobile di Como, del Servizio Centrale Operativo di Roma, della Sezione Investigativa Sco di Milano e di Brescia, delle Squadre Mobili di Catania, Crotone, Verona, Viterbo.

Il boss scampato a un attentato

Al centro delle investigazioni si sarebbe il boss turco Baris Boyun, che – emerge dall’inchiesta – sarebbe scampato a un agguato in Italia e poi avrebbe pianificato un attentato contro il presunto mandante del suo omicidio, il boss di un clan rivale, attivando un gruppo di fuoco che avrebbe dovuto colpire una fabbrica in Turchia. L’uomo era stato arrestato a Milano lo scorso 21 gennaio quando la polizia lo aveva trovato in macchina con la moglie in possesso di una pistola. Dal 2 febbraio era passato agli arresti domiciliari a Crotone, dove – riferisce l’Agi – la notte del 18 marzo avrebbe subito un attentato con due killer che avrebbero fatto irruzione nel suo palazzo e sparato contro la sua porta d’ingresso. Stando alle indagini del Servizio centrale operativo della polizia, coordinato dalla procura di Milano, il 40enne, scampato all’agguato, avrebbe pianificato un attentato contro il presunto mandante del suo omicidio. Un piano sventato dalla tempestiva comunicazione della polizia italiana alle autorità turche. Da Crotone, Boyun era stata poi trasferito nel Viterbese, dove all’alba è stato di nuovo arrestato. Nel frattempo, il 21 gennaio scorso, Baris Boyun era stato nuovamente arrestato a Milano dalla Polizia che lo aveva trovato in macchina con la moglie in possesso di una pistola clandestina. Dal 2 febbraio era quindi passato agli arresti domiciliari a Crotone che lo stesso turco aveva indicato poiché luogo di residenza della sua compagna, città che peraltro già frequentava assiduamente da un paio d’anni. Nonostante i domiciliari, comunque, Boyul pare che si spostasse liberamente dalla Calabria a Milano. Eppure l’abitazione della convivente in via Veneto era sorvegliata 24 ore al giorno da pattuglie della Polizia. Non è escluso che il turco stesse collaborando con i magistrati della Dda milanese. Ed è proprio questo il possibile movente dell’attentato avvenuto poco dopo la mezzanotte del 18 marzo scorso quando, due uomini sbucati dal nulla, malgrado la presenza delle pattuglie all’esterno, entrano nella palazzina di via Veneto ed esplodono almeno quattro colpi di pistola contro la porta dell’abitazione in cui si trova Boyul con la sua donna. Gli altri condomini, impauriti, si barricano in casa e chiamano la polizia. Gli agenti non devono fare neppure tanta strada perché sono di guardia poco distanti da quell’abitazione, ma i killer si dileguano tranquillamente. Pochi giorni dopo il turco viene prelevato e trasferito in un’altra località. Ora si scopre che abitava a Viterbo. Dagli atti dell’indagine della Dda di Milano emerge che avrebbe pianificato un attentato contro il presunto mandante del suo omicidio, il boss di un clan rivale, attivando un gruppo di fuoco che avrebbe dovuto colpire una fabbrica in Turchia. Ma questa mattina e’ stato arrestato di nuovo.

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