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L’addio al calcio di Ranieri, gentiluomo che ha lasciato il segno anche in Calabria

Il tecnico ha annunciato la conclusione della sua carriera. Indimenticabili i suoi otto anni da calciatore a Catanzaro

Pubblicato il: 22/05/2024 – 6:41
L’addio al calcio di Ranieri, gentiluomo che ha lasciato il segno anche in Calabria

Un signore del calcio, amato dai suoi tifosi, rispettato dalle tifoserie nemiche. Claudio Ranieri, 72 anni, romano, non allenerà più. L’annuncio è arrivato ieri, un po’ a sorpresa e un po’ no. Una decisione presa al termine di una stagione complicatissima ed esaltante nella “sua” Cagliari, salvato con una giornata di anticipo da una retrocessione in serie B che fino a metà stagione sembrava cosa certa. A Reggio Emilia, dopo aver battuto e abbattutto la favola Sassuolo, l’elegante Ranieri è stato portato in trionfo dai suoi calciatori, un po’ come quegli allenatori di un calcio antico e informale, fatto di sentimenti e passioni pure. Sentimenti e passioni che l’allenatore campione d’Inghilterra con la cenerentola Leicester, non ha mai fatto mancare nelle sue molteplici avventure nel mondo pallonaro. Prima da calciatore e poi da tecnico apprezzato in tutto il mondo. E in questo mondo un posto rilevante è sempre stato occupato anche dalla Calabria, in special modo da Catanzaro, realtà nella quale il Ranieri calciatore ha lasciato più di un segno: otto anni, dal 1974 al 1982, calciatore con più presenze in A nella storia giallorossa (128 su 225 totali, molte delle quali con la fascia di capitano sul braccio). Otto anni di gioie, successi e legami profondi ancora oggi coltivati. Un periodo felice e indimenticabile del calcio catanzarese, che oggi, con le dovute proporzioni, si sta facendo di tutto per far tornare.

Proprio nel capoluogo calabrese, di cui è diventato cittadino onorario, Ranieri ha conosciuto sua moglie Rosanna. «A Catanzaro – aveva detto l’estate scorsa in un’intervista alla Rai – ci torno tutte le estati, ma io amo tutta la Calabria, perché è bella tutta. Mi auguro che il Catanzaro zitto zitto…beh diverse squadre hanno fatto nella loro storia C, B e A…perché no?».
Fausto Silipo, suo compagno di squadra e bandiera in quegli anni, oltre che suo amico, al Corriere della Calabria qualche mese fa aveva parlato così di Ranieri. «Claudio è di un altro livello, non è come gli altri. E i tifosi lo sanno, è uno dei più amati in Italia. Al di là del valore dell’allenatore, lui è soprattutto un grande uomo e questo fa la differenza. Tempo fa ha ripreso i suoi tifosi che insultavano gli avversari, dimmi chi altro si comporta così».
Ma alla Calabria sono legati anche i suoi inizi da allenatore. Il primo incarico ad appena 35 anni sulla panchina della Vigor Lamezia nel campionato interregionale nel 1986 che vince. Da lì in avanti la sua carriera è andata sempre in crescendo – nonostante qualche intoppo nel percorso – passando dal Cagliari (dove ottiene due promozioni dalla Serie C1 alla Serie A), dal Napoli nel 1991 con cui si qualifica in Coppa Uefa, Fiorentina che riporta in A fino alla conquista della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana contro il Milan grazie a una doppietta di Batistuta. E poi ancora i successi con il Valencia (su tutti la Coppa del Re e la Supercoppa Europea), la Champions League, l’Atletico Madrid, il Chelsea con cui sfiora il successo in Premier League, il ritorno in Italia a Parma, alla Juventus, alla sua Roma (squadra in cui aveva mosso i primi passi da calciatore con cui raggiunge il secondo posto), all’Inter, al Monaco (riportato in Ligue 1) e la nazionale greca. Tutto questo fino al miracolo Leicester City, piccola realtà che dall’obiettivo salvezza di inizio stagione porta alla conquista storica della Premier League, primo e unico trionfo del club.

Un titolo che gli fa conquistare trofei personali come il Premio Bearzot e soprattutto il Best Fifa Men’s Coach come migliore allenatore del mondo del 2016. Lo premia anche il Coni con la massima onorificenza prevista per gli allenatori sportivi. Viene insignito dal Capo dello Stato Sergio Mattarella dell’onorificenza di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Gli ultimi anni di carriera Ranieri li trascorre al Fulham, al Nantes, di nuovo una breve parentesi alla Roma, la Sampdoria, il Watford, infine il ritorno a Cagliari per l’ultimo miracolo di una vita ricca di successi sportivi e umani. Ieri, in un videomessaggio, il suo saluto al capoluogo sardo e al calcio italiano. «Dopo la promozione in A – ha detto Ranieri – che magari non ci aspettavamo così immediata quando arrivai a gennaio, e questa salvezza arrivata ora, ho deciso la cosa giusta, lasciare adesso. A malincuore, perché è una decisione dura e sofferta. Preferisco andare via così e magari un altro anno che le cose non vanno bene. Voglio lasciare un bel ricordo alla gente. Mi auguro di essere ricordato come un persona positiva, senza i tifosi non ce l’avremmo fatta. Sono orgoglioso di voi». (f.v.)

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