CATANZARO «Le reti criminali brasiliane, venezuelane, messicane, colombiane, controllando non solo i traffici di droga ma anche quello di migranti, armi e metalli rari, sono potenti fattori di destabilizzazione di intere regioni oltre che naturali alleati dei gruppi mafiosi calabresi e albanesi che hanno da tempo in qui paesi stabili ramificazioni, anche a fini di riciclaggio». Lo afferma Giovanni Melillo, il capo della Direzione nazionale antimafia, in un’intervista a “Repubblica” a margine di un incontro tra magistrati italiani e sudamericani a Palermo, incontro finalizzato ad approfondire le ultime dinamiche criminali nel solco degli insegnamenti di Falcone e Borsellino. «Non sono un caso – rimarca Melillo – gli arresti di importanti uomini di ‘ndrangheta avvenuti recentemente in Brasile e Perù. Così come appare radicata quanto trascurata la presenza in America Latina di autentiche colonie mafiosi calabresi». Secondo Melillo i sequestri di droga non bastano, serve cooperazione internazionale per ottenere un cambio di passo nelle indagini.
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x