VIBO VALENTIA «Ho un mio progetto che è quello di portare un contributo fattivo alla trasparenza e alla legalità nella pubblica amministrazione». A dirlo è il colonnello dei carabinieri Salvatore Amadio, già in servizio alla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro e oggi candidato al Consiglio comunale di Vibo Valentia nella lista civica “Progetto Vibo” a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Enzo Romeo.
Colonnello Amodio, noi ci conosciamo da quando prestava servizio alla Dia di Catanzaro e la ricordo come un ufficiale sempre attento ai fenomeni sociali che attanagliano la Calabria e in special modo quelli legati alla criminalità organizzata e al malaffare, in politica come nell’impresa. Dunque, vorrei partire da quella che credo sia la più canonica delle domande a un candidato con il suo profilo: cosa l’ha spinto a gettarsi nell’agone politico in una città fortemente condizionata da certi ambienti masso mafiosi?
«In premessa la ringrazio per avermi dato modo di esprimere delle considerazioni di carattere politico in questo frangente nient’affatto sereno per la città di Vibo Valentia; è vero, ci conosciamo da molti anni e abbiamo avuto modo di incontrarci in numerosi simposi in cui partecipavano, soprattutto, giovani studenti di ogni ordine e grado. Per rispondere alla sua domanda senza indugiare oltre, le dirò semplicemente che per me non è altro che …continuare a fare quello che facevo prima. Mi spiego meglio. Da Ufficiale dei Carabinieri quando ero ancora in servizio attivo svolgevo un’attività – seppure molto settoriale – ma che io definisco assolutamente politica. E’ sempre politica quando un cittadino, chiunque esso sia, si pone al servizio della collettività e, pur nei limiti di quelle che devono essere le regole dell’Amministrazione cui si appartiene, è chiamato a fare delle scelte. Scelte fra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto, tra il vero e il falso (sembra scontato, ma non lo è sempre). Ebbene, tutto questo è ciò che ho fatto per quasi quarant’anni nei vari contesti in cui ho operato e oggi, giunto al congedo, ho deciso di continuare a servire la collettività, quella dove vivo, facendo tesoro di quel bagaglio di esperienze che ho accumulato negli ultimi quattro lustri lavorando e vivendo in Calabria».
Se la sente di fare una breve analisi politica sulla campagna elettorale che la vede in prima linea nella lista civica che appoggia il candidato sindaco Enzo Romeo?
«Da quando ho deciso di candidarmi, io che non sono mai stato iscritto a nessun partito politico, ho fatto una scelta, non ideologica, ma di sostanza. Ho valutato, cioè, la situazione ambientale della città che per ovvie ragioni conosco bene, e quando parlo di situazione ambientale mi riferisco in particolare a quella più prettamente legata ad un certo sistema che io definisco “il sistema vibonese”, che non mi sono inventato io, ma è oramai storia, Rinascita-Scott ecc… docet. L’inchiesta, che ha stravolto tutta una serie di equilibri a dir poco “opachi”, aldilà degli arresti eccellenti (e non) e delle successive parziali condanne, ha messo in luce quello che tutti sapevano ma che non osavano ammettere ad alta voce, e cioè il malefico intreccio mafia-massoneria con la politica, con esponenti infedeli delle istituzioni e una certa imprenditoria malata. Tutto questo non può non far parte di un’analisi seria in campagna elettorale».
Sì, sembra che nessuno dei candidati voglia fare riferimento alle diverse inchieste giudiziarie che hanno interessato il vibonese negli ultimi cinque anni. Sembra quasi che non convenga a nessuno.
«E’ vero, in campagna elettorale questo è un tema pernicioso perché è evidente che molte delle persone coinvolte sono portatrici di pacchetti di voti; e allora si preferisce …sfiorare senza approfondire certi argomenti. Con questo, ovviamente, non voglio dire che i candidati a sindaco o al Consiglio comunale siano legati direttamente a certe dinamiche criminali, ma, come si dice, in campagna elettorale dai la mano a tutti facendo finta di non sapere a chi. Ebbene, la lezione che ho imparato dalla mia attività professionale è che non puoi dare la mano a tutti per vincere le elezioni, ma al contrario i voti te li devi andare a cercare tra le persone per bene in maniera trasparente e senza promettere prebende che non arriveranno. Vibo Valentia è una città capoluogo di provincia, ma consideri che enumera gli abitanti di una cittadina di piccole dimensioni; questo fa sì che la “caccia” al voto si svolga in maniera familistica e, di conseguenza, clientelare. Cioè il candidato si rivolge non al cittadino in maniera trasparente e propositivo sui programmi e al limite con la sua storia personale, ma si rivolge alle famiglie, possibilmente le più numerose, cui promette aiuti e prebende di ogni genere in caso di vittoria in una sorta di scambio sinallagmatico tra l’istituzione e il capo famiglia. Badi bene, non voglio dire che non ci si deve rivolgere alle famiglie, questo fa parte della democrazia, ma io, come ha ben capito, mi riferisco a coloro che non si fanno scrupoli a rivolgersi alle famiglie criminali che possono garantire un determinante pacchetto di voti. Questo, come lei sa, è il capitale sociale della ‘ndrangheta».
Ma parliamo più propriamente di politica: quali sono le sue previsioni e quali secondo lei le criticità emerse in questa campagna elettorale?
«Fare previsioni su chi vincerà le elezioni è sempre molto difficile. Quello che emerge da un’analisi generale è che le tre coalizioni più grandi sono molto competitive (nei numeri dei candidati, meno nei programmi), con dei distinguo però, perché nella mente dei cittadini, quelli che votano con la testa, ci sono una serie di elementi che inducono ad una seria riflessione e che quindi potrebbero essere determinanti per l’esito finale. In primis usciamo da tre mandati amministrativi gestiti insieme (in concorso direbbero i giudici) da quelle che oggi si definiscono la coalizione di “centro-destra” e dalla coalizione di “centro” (consiglieri e assessori dei vari schieramenti che con molta creatività si sono rifatti la casacca). Tutti i cittadini “liberi” da quegli intrighi sopra accennati, hanno giudicato in maniera pessima questi tre mandati. Ebbene, oggi questi professionisti della politica vibonese si ripresentano con gli stessi protagonisti assumendo di essere “nuovi”. Lo slogan della coalizione del centro destra è “andiamo oltre”, ma verrebbe da dire …oltre a chi? A se stessi? E quindi …dimentichiamoci di questi ultimi quindici anni e …riproviamoci. Analogamente, la coalizione di centro esce con “basta compromessi”. Ma mi pare che in quelle liste siano presenti candidature che hanno fatto cambio di casacca più volte, e certo non per il bene della collettività. Quando il candidato sindaco avvocato Muzzopappa in una sua intervista loda il buon governo della sindaca Limardo (sic), perché negli ultimi mesi l’ha abbandonata (non lui direttamente ma quelli che stanno nella sua coalizione) facendola finire in un disastro amministrativo con grave danno per la collettività tradendo, così, la fiducia degli elettori? Non mi piace fare previsioni, dico solo che un sondaggio recente eseguito da una testata giornalistica con un campione abbastanza significativo ha dato un segnale preciso dando una preferenza importante al candidato di centro sinistra Enzo Romeo».
Colonnello, per finire, quale sarà il suo impegno se riuscirà a vincere le sue elezioni?
«Anche qui, io sono abituato a stare con i piedi per terra. Oggi sono impegnato a contribuire alla vittoria di Enzo Romeo quale sindaco della città e latore di un programma politico sostanzioso e concreto, anche se non mancano e guai se così fosse, elementi di una politica anche visionaria. Ma si sa, la storia è fatta anche di sogni e chi ha il coraggio di sognare fa bene alla società civile. Ora, se anche io riuscirò ad entrare tra le fila dell’amministrazione il mio ruolo sarà quello che insieme alla coalizione sceglieremo, ma è ovvio che io ho un mio progetto che è quello di portare un contributo fattivo alla trasparenza e alla legalità nella pubblica amministrazione: una chiave essenziale per cambiare la società civile di questa bellissima città finora rassegnata a subire le angherie dei soliti “noti” nella più totale opacità».
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