«Come gioca bene l’Atalanta». «L’unica squadra italiana con una mentalità europea». Negli ultimi anni e fino a ieri sera di frasi così se ne saranno sentite a bizzeffe. La squadra di Bergamo, secondo addetti ai lavori e non, era considerata quella che esprimeva il miglior calcio in Italia, condensando tecnica, fisicità e programmazione societaria seria e soprattutto economicamente equilibrata. Un club all’avanguardia che però, nonostante i numerosi complimenti raccolti anche fuori dai confini nazionali, non era mai riuscita a conquistare un trofeo di prestigio. Ieri sera a Dublino anche questo tabù è stato sfatato.
La formazione guidata da un maestro del calcio come Gian Piero Gasperini ha letteralmente strapazzato la migliore squadra europea di questa annata, quel Bayern Leverkusen campione di Germania arrivato alla finale di Europa League proprio contro l’Atalanta senza aver perso una sola partita e, soprattutto, sciorinando un calcio moderno, fatto di corsa, idee e tanta qualità. L’Atalanta, opponendosi ai tedeschi con le stesse armi, si è dimostrata più forte. Di fronte a un avversario abituato a macinare chilometri a velocità doppia, i nerazzurri, nel corso dei 90’ di gioco, hanno viaggiato a ritmi elevatissimi, meritando di vincere il confronto. Merito di Gasperini che nel corso degli anni ha costruito il giocattolo “Dea” a sua immagine somiglianza, e merito di Mimmo Borrelli, preparatore atletico dell’Atalanta, prof crotonese classe 1959.
Innamorato dell’atletica leggera (ha preparato alcuni atleti alla maratona di New York), dopo le esperienze in serie A con Torino e Lecce (senza dimenticare le promozioni, ben cinque, una delle quali proprio con Gasperini in panca, fino alla massima serie, con il “suo” Crotone), Borelli è stato chiamato dal tecnico piemontese a Bergamo. I suoi metodi di lavoro innovativi insieme al progetto tattico dello stesso allenatore, passo dopo passo, hanno finito per trasformare l’Atalanta da piccola squadra di provincia a realtà felice del panorama calcistico internazionale. Fino, appunto, alla conquista dell’Europa League, una coppa che da ieri ha anche un pezzo di Calabria. Il successo personale del prof. Borelli ha spinto il comune di Crotone con il sindaco Vincenzo Voce a esternare la sua felicità: «Ci uniamo come comunità alla gioia del prof. Borelli, grande uomo e grande professionista, che ha fatto crescere non solo sportivamente generazioni di giovani. E vorremmo ringraziarlo, per aver portato il nome di Crotone così in alto, conferendogli una benemerenza civica non appena avremo il piacere di riabbracciarlo nella sua e nostra Crotone». (f.v.)
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