SAN LUCA “San Luca non vuole morire”. Uno striscione in bianco e nero sorretto da tanti giovani, testimonianza della protesta che dal paesino dell’Aspromonte arrivò fino a Roma negli anni ’70 per rivendicare il diritto a vivere. Una vita che ancora oggi non scorre come in altri posti. La scritta a caratteri cubitali è su una foto all’ingresso della sala del palazzo municipale che ha ospitato l’incontro pubblico organizzato dal sindaco Bruno Bartolo per spiegare la decisione – che porterà al commissariamento del Comune – di non ripresentarsi alle prossime elezioni comunali. Accanto a lui la squadra che lo ha accompagnato negli ultimi cinque anni.
La parola “solitudine” è quella pronunciata più volte. Durante la relazione del sindaco è un’anziana a chiedere ripetutamente la parola. «Sono ancora i genitori anziani a dover provvedere ai bisogni dei figli, qui non c’è lavoro, siamo completamente soli e abbandonati», dice commuovendosi davanti alle telecamere dei giornalisti che la inquadrano. «Siamo completamente soli e abbandonati», ribadiscono altri. «Solo», ha detto di essersi sentito anche il primo cittadino. Motivo che lo avrebbe portato a non ripresentarsi alle prossime comunali. «Abbandonato dallo Stato e da alcuni colleghi sindaci». «Questa sera mi aspettavo che venisse fatta un’assemblea a San Luca, ma vince ancora il pregiudizio», dice il primo cittadino riferendosi all’organismo dell’Assemblea dei Comuni della Locride.
Solitudine e pregiudizio. «Qui vengono i giornalisti, ma hanno già l’articolo scritto», dice un signore confrontandosi in piazza con altri. Ed è proprio il pregiudizio quello che, dopo la solitudine, fa più male agli abitanti di San Luca. Lo racconta Bartolo, lo raccontano in tanti con le stesse parole. «Qui la ‘ndrangheta ci ha fatto tanto male, ma San Luca non è solo questo. San Luca è anche la terra di Corrado Alvaro», rimarcano rivendicando «quello che di positivo c’è». Il nome dello scrittore di capolavori come “Gente in Aspromonte” e “L’uomo è forte” riecheggia nella sala del Comune dove c’è appeso un suo ritratto.
«Voglio dirvi di un grande sogno per la realizzazione del quale lavorerò con gli amici della Fondazione Alvaro: la realizzazione di un grande Centro per la Cultura che abbia la potenzialità di aprire San Luca ai giovani e agli studiosi di tutto il mondo», ha annunciato Bartolo che spera di ripartire proprio da Alvaro e dalla cultura, perché, ha aggiunto infine: «Come ha detto la scrittrice Giusy Staropoli Calafati: “Se la Calabria ha un cuore… questo cuore batte a San Luca”». (m.ripolo@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x