SAN GIOVANNI IN FIORE Nella sala convegni del ristorante “L’antico borgo”, Antonio Barile, consigliere comunale ed ex sindaco di San Giovanni in Fiore, ha tenuto un incontro pubblico di fronte a un’ottantina di cittadini e ad alcuni giornalisti locali. Barile ha spiegato le ragioni del suo recente abbandono del Consiglio comunale, affermando che non parteciperà più alle sedute «se non sarà garantita la democrazia». Poi ha parlato di compressione dei tempi degli interventi nel Consiglio comunale, aggiungendo che il presidente Giuseppe Bitonti «è totalmente a disposizione della maggioranza», lamentandosi per il nuovo regolamento consiliare e per le «poche sedute annuali» dell’assemblea. Barile ha quindi ricordato di aver già scritto, insieme agli altri consiglieri dell’opposizione, al prefetto di Cosenza per denunciare condizioni a suo dire impedienti in cui si svolgono i Consigli comunali di San Giovanni in Fiore e per contestare la presenza, durante le sedute, del marito della sindaca Rosaria Succurro, che è formalmente il capo di Gabinetto in municipio.
Secondo Barile, il Comune di San Giovanni in Fiore è vicino al dissesto finanziario, per quanto, nell’ultimo, recente Consiglio comunale, la responsabile del Settore finanziario, Caterina Secreti, l’abbia escluso. Il consigliere comunale ha detto che la sindaca Succurro spende eccessivamente per «feste e festini», senza poi recuperare crediti esigibili e aumentando in bilancio previsioni di entrata che infine si rivelano a suo giudizio inattendibili. Barile ha anche criticato il trattamento dei lavoratori precari della cosiddetta “Legge 15” transitati nell’azienda regionale Calabria Verde, che hanno appena iniziato a lavorare, accusando il sindaco di aver mentito sul loro futuro e i sindacati di evitare il confronto.
Barile ha inoltre dichiarato che «la democrazia a San Giovanni in Fiore è in pericolo», con molti cittadini silenti e complici, i consiglieri di maggioranza remissivi, gli assessori privi di voce in capitolo, interessati solo alla visibilità pubblica, e i partiti indifferenti. Poi lo stesso consigliere comunale si è dichiarato disponibile a guidare un nuovo gruppo politico, lanciando un appello a «dieci giovani capaci e preparati» per unirsi al suo progetto. Tuttavia, ha escluso al momento una propria candidatura a sindaco e ha ipotizzato che Succurro possa candidarsi, invece che alla guida del Comune di San Giovanni in Fiore, alla presidenza della Provincia di Cosenza, se cambierà la relativa legge elettorale, o al Consiglio regionale della Calabria.
Secondo Barile, la sindaca starebbe cercando di fuggire da San Giovanni in Fiore a causa delle eccessive spese del Comune senza le necessarie coperture finanziarie; contestazione non nuova, che la controparte ha sempre respinto, per dovere di cronaca. Il consigliere, che per l’operato ha espresso disappunto anche verso Secreti quale responsabile della Ragioneria comunale, ha poi criticato Succurro perché con la sua giunta ha dedicato uno slargo alla memoria di Peppino Impastato, ritenendo che ciò abbia danneggiato l’immagine della città, facendola apparire come un luogo di mafiosi. Barile non ha risparmiato critiche nemmeno al prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, “rea” di non aver assunto posizione per garantire il regolare svolgimento delle sedute del Consiglio comunale, né agli altri componenti dell’opposizione consiliare, ritenuti troppo legati ai partiti per essere liberi di contestare e agire efficacemente. Il consigliere ha inoltre criticato la sindaca per la mancanza – a suo avviso e nonostante, come ha ricordato, le smentite del direttore generale dell’Asp di Cosenza – di una piattaforma per l’elisoccorso locale nella programmazione della Regione Calabria e per avere, sempre a suo giudizio, portato quasi alla chiusura l’ospedale cittadino. Infine, Barile ha insistito sulla necessità di creare un progetto politico nuovo, lontano dal Pd e dal Movimento 5 Stelle, in generale sganciato dai partiti e orientato «all’altruismo», con l’obiettivo di «tutelare i precari e salvare San Giovanni in Fiore».
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