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Donzelli a Cosenza: «Date fondo alle rubriche telefoniche per portare la gente a votare Meloni»

La tappa bruzia dell’esponente nazionale di FdI. L’attacco alla sinistra su accoglienza a immigrazione e l’aneddoto sull’assessore regionale Calabrese

Pubblicato il: 25/05/2024 – 20:30
Donzelli a Cosenza: «Date fondo alle rubriche telefoniche per portare la gente a votare Meloni»

COSENZA Una dimostrazione muscolare di un partito fatto dai giovani: è stata soprattutto questo la tappa di Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di FdI, a Cosenza nella tre giorni che lo ha già portato a Crotone e Catanzaro e domani lo vedrà a Reggio Calabria e Vibo Valentia. In un salone degli specchi gremito nel palazzo della Provincia si alternano i militanti di Azione Universitaria e Gioventù Nazionale che nel volgere di una generazione o poco più si sono trovati a essere da outsider a governisti. Fabio Roscani – cui viene più volte riconosciuto il ruolo nell’approvazione della legge che consente a 25mila italiani fuori sede di votare da fuori i confini nazionali – infiamma la platea quando dice che dopo il voto dell’8/9 giugno il modello Meloni diventerà maggioritario anche su scala europea, poi parlano i candidati Nesci, De Francesco e D’Ambrosio, Wanda Ferro rivendica il protagonismo tanto dei giovani quanti delle donne nel partito: «Giorgia Meloni – dice il sottosegretario – è arrivata dove è arrivata non grazie alle quote rosa ma grazie al suo valore».
Per Angelo Brutto «da giovani sognavamo di cambiare il mondo, ora è arrivato quel momento e in questa sala stasera dimostriamo quanto vale la nuova classe dirigente. A Bruxelles non saremo più un manipolo ma la delegazione di deputati più numerosa».
Sul concetto di un rafforzamento della filiera Ue-governo, anche Donzelli imposta il suo discorso a conclusione dell’evento: «Ora – ironizza – dovranno dire “ce lo chiede l’Italia” e state sicuri che il centrodestra a Bruxelles farà davvero gli interessi della nostra nazione e del nostro popolo».

Il numero 2 del partito svela il retroscena che lo vide entrare, 19enne, per la prima volta in una sede di partito (era il Fuan nell’università di Firenze) ed essere accolto da Giovanni Calabrese, oggi assessore regionale al Lavoro e presente in prima fila nel salone affacciato su piazza Prefettura. Poi Donzelli attacca la sinistra su accoglienza («con le loro cooperative rosse hanno lucrato per anni») e immigrazione («gli ingressi vanno regolati, non possono deciderlo gli scafisti chi fare entrare in Italia e chi no: spesso non sono i disperati ma quelli con più disponibilità economica, magari frutto di azioni illegali»), rivendica le riforme – fisco, giustizia e premierato – e chiude con due inviti: dare fondo alle rubriche telefoniche per portare la gente alle urne e andare il primo giugno a Roma per sostenere Giorgia Meloni nel suo unico giorno di campagna elettorale. «Glielo dobbiamo – tuona Donzelli – per tutto quello che sta facendo per noi, dovrà contare milioni di voti, anche se una poltrona non le serve visto che ne ha già una…». (euf)

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