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I parchi eolici cambieranno il paesaggio calabrese per sempre: il dibattito latita, le autorizzazioni aumentano

Il Golfo di Squillace dovrebbe cambiare il suo paesaggio, ma in Calabria di eolico si è parlato solo in scandali giudiziari. E poi la “Piccola Posta” di Sofri su “Il Foglio” dedicata a Tropea

Pubblicato il: 25/05/2024 – 6:59
di Paride Leporace
I parchi eolici cambieranno il paesaggio calabrese per sempre: il dibattito latita, le autorizzazioni aumentano

Mentre alla Cittadella della Regione a Catanzaro si svolgeva la giornata di studio “Tra terra e acqua: sfide e opportunità per una Calabria più sostenibile”, a Roma mercoledì scorso in un hotel di via Cavour si sono autoconvocati “Gli Stati Generali contro l’eolico e il fotovoltaico a terra, in difesa del Belpaese”. Associazioni e Comitati da ogni parte d’Italia preoccupati e arrabbiati per un’aggressione a diversi territori italiani da parte di chi gestisce energie rinnovabili. Non manca la Calabria, come ha chiosato Rosa Filippini, ambientalista di antica data e già parlamentare dei Verdi e del Psi. Ai lavori è arrivato un video del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, che è molto preoccupato di quello che si sta predisponendo davanti la costa del capoluogo in merito al Parco acquatico di Squillace, ma non solo. Ha parlato di una Calabria “sotto attacco” considerate le richieste per ben cinque parchi eolici di grandi dimensioni. Sul panorama di Catanzaro sono previste 39 turbine alte oltre 200 metri ognuna a 23 chilometri di distanza dalla costa. Fiorita denuncia che i sindaci delle zone interessate non hanno alcuna voce in capitolo nella mediazione e nella trattativa e che sarebbero schierati tutti contro il progetto. In effetti, il consiglio comunale di Catanzaro ha approvato una mozione nel dicembre scorso, che chiama sindaco e giunta «come capofila di una serie di azioni mirate a manifestare una posizione di netto dissenso coinvolgendo i comuni interessati dal progetto nell’ottica di costruire un fronte comune che miri a tutelare, valorizzare e rispettare le sensibilità e le peculiarità di tutti i territori».
La situazione è ombrosa, ma le richieste di autorizzazioni paventano la linea del mare Jonico costellata da pale eoliche per diversi chilometri.
Il progetto più chiaro nelle informazioni è proprio quello della Minerva Energia come si può consultare sul loro sito.
Il Golfo di Squillace dovrebbe cambiare il suo paesaggio interessando i comuni di Botricello, Cropani, Sellia Marina, Sersale, Simeri Crichi, Catanzaro, San Floro, Caraffa di Catanzaro e Maida con il parco eolico galleggiante che dovrebbe produrre 675 MW all’anno e dare energia a 600.000 famiglie. Hanno un grande alleato ecologista in Legambiente Calabria che è favorevole all’eolico spinto per favorire la transizione ecologica.
Intanto, da fonte ufficiosa ma qualificata, apprendiamo che l’autorità portuale avrebbe dato via libera alle autorizzazioni di un parco eolico tra Corigliano-Rossano e Crotone. Ma nella stessa zona c’è, al Ministero, il progetto Nd-Sea One, un parco eolico da 28 pale alte 160 metri e disposte su tre file da Capo Trionto a Mandatoriccio. Non si odono sussulti dalla tumultuosa campagna elettorale per le comunali di Corigliano-Rossano. Il sindaco uscente Stasi in Consiglio comunale fu molto netto affermando il suo no deciso al Parco anche se gli strumenti per opporsi sono molto deboli.

I sostenitori delle pale affermano che l’impatto ambientale è ridotto e non influisce sui meravigliosi paesaggi immortalati da selfie all’alba. I più diffidano, tra l’altro le compensazioni sono un capitolo ancora poco chiaro. E anche sulla terraferma proliferano le richieste di autorizzazioni. Il consigliere regionale Alecci ha presentato una mozione, da tempo si schiera sul fronte del no denunciando in ordine richiesta di autorizzazioni selvagge e segnalando gli appetiti delle diverse società. Chi ha fatto chiarezza sui numeri è stata Donata Marrazzo del Sole 24 Ore che ha calcolato 440 impianti impianti eolici funzionanti mentre le richiesta di concessioni sarebbe in alto rialzo.
C’è bisogno di chiarezza. In Calabria di eolico per troppo tempo si è parlato solo in scandali giudiziari che hanno coinvolto la politica e finiti prescritti o per interessi della ‘ndrangheta. C’è bisogno di capire che sviluppo energetico si deve favorire in Calabria e che paesaggio vogliamo proporre. Quello incontaminato, in larga parte salvato dall’industria, o contaminato sul modello olandese che vede le pale eoliche tra le brume del Nord. Non è un tema banale. E i proventi per i cittadini? In Basilicata, dove c’è ed è stato riconfermato un governo di centrodestra, la molecola del gas è gratuita nella bolletta dei cittadini lucani grazie alle compensazioni delle estrazioni. Qual è la posizione del governo regionale della Calabria? Come scriveva Matilde Serao a De Pretis in un celebre articolo: “Voi siete il governo, e il governo sa tutto”.

***

E alla fine un autorevole firma italiana ha scritto che Tropea è stata commissariata per mafia. Lo ha fatto, sul Foglio, Adriano Sofri, nella sua rubrica di mercoledì “Piccola Posta” dedicata quel giorno ad un viaggio in treno in Calabria. Sofri ha antichi rapporti con la nostra regione in ragione della sua vecchia organizzazione Lotta Continua ben radicata a Catanzaro e Cosenza (a Verbicaro ha governato l’unico sindaco di quella sigla) ed è noto che il giovane agitatore tentò di inserirsi nella Rivolta di Reggio Calabria non trovando grande seguito a differenza dei fascisti. La bustina di Sofri è deliziosa nel suo narrare. E della mafia nel municipio a Tropea fa un inciso sul custode del cimitero che avrebbe disseppellito i morti per destinare le tombe a mafiosi e politici, non mancando di raccontare che il custode inquisito era stato premiato dal sindaco “per abnegazione al lavoro: “Mai troppo zelo dice il proverbio”. Una chiosa nel reportage che ripercorre un memorabile viaggio in treno vista mare lungo la costa calabrese e segna tra i ricordi di Tropea il cartello di una baracca che vende cipolle, “TRE MAZZI CINQUE EURO”. L’insegna di un altro mondo, secondo Sofri, che chiude scrivendo: “Io mi porto via quell’annuncio bello come una canzone: TRE MAZZI CINQUE EURO”. Insomma, è il caso di dire più cipolla rossa e meno mafia. (redazione@corrierecal.it)

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