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“giochiamo d’anticipo”

‘Ndrangheta a Reggio Calabria, Musolino: «Le cosche importanti sono totalmente dedicate al narcotraffico»

Il procuratore aggiunto: «Gli imprenditori iniziano a collaborare, ma manca reale consapevolezza dello Stato sulle esigenze della Calabria»

Pubblicato il: 25/05/2024 – 17:30
di Fabio Benincasa
‘Ndrangheta a Reggio Calabria, Musolino: «Le cosche importanti sono totalmente dedicate al narcotraffico»

REGGIO CALABRIA «Viviamo in una Regione dove si muore con più facilità rispetto alle altre. Questo è uno sfregio alla Costituzione ed ai principi che ci consentono di essere un Paese unitario». E’ durissimo l’incipit di Stefano Musolino, procuratore aggiunto di Reggio Calabria e segretario generale di Magistratura democratica, intervenuto nel corso dell’evento organizzato dal Corriere della CalabriaGiochiamo d’Anticipo” in collaborazione con l’Università Mediterranea. Oggi in programma il panel “Neoplasie, le regole da seguire e i miti da sfatare”.

L’ingerenza mafiosa e il settore depurazione

In Calabria è evidente la presenza di una scarsa cultura del rispetto dell’ambiente. Molte delle recenti inchieste hanno disvelato, in tal senso, numerosi episodi di smaltimento illecito di rifiuti, inquinamento di terreni e corsi d’acqua. «Il nostro ufficio sta agendo proprio su questo settore, abbiamo condotto delle indagini anche piuttosto recenti sull’inquinamento, in particolare di alcuni letti di torrente e più in generale su modalità di sversamento soprattutto di liquidi in mare», dice Musolino ai nostri microfoni. «Abbiamo un problema generale che non riguarda soltanto i fatti penali, ma problemi strutturali legati alla capacità della nostra rete di acqua e reflui, della fognatura per intenderci, di contenere e smaltire tutto quello che la città produce. Vi sono degli interventi programmati che purtroppo non consentono un intervento penale». C’è stata e c’è ancora oggi una sottovalutazione del problema legato al cattivo e non corretto smaltimento dei rifiuti, dell’inquinamento di corsi d’acqua, dell’effetto dannoso sull’ambiente. Sembra quasi di affrontare un reato di serie B. «Lo è. C’è una grave sottovalutazione dei problemi legati all’inquinamento e degli effetti che l’inquinamento ha sulla qualità delle nostre vite. Spesso ci illudiamo che le correnti, lo stretto e i venti risolvano tutti i problemi che l’uomo crea, in realtà non sempre è così e dovremmo avere molto più cura della qualità del nostro ambiente», sostiene Musolino.

Gli interessi della criminalità e il Porto di Gioia Tauro

Ci sono stati anni nel corso dei quali in Calabria nei due distretti che la caratterizzano si sono palesate e concretizzate molte operazioni di polizia giudiziaria, molte operazioni di contrasto alla criminalità organizzata. Qual è lo stato di salute della criminalità organizzata in provincia di Reggio Calabria? «A me pare che soprattutto il centro della città la comunità organizzata sia in grande sofferenza. La serie di operazioni che il mio ufficio è riuscito a realizzare, grazie al contributo di tutti i sostituti, ha dato dei risultati molto importanti. Sulla Jonica e sulla Tirenica vi è stato un netto spostamento degli interessi della criminalità organizzata sul settore del narcotraffico», dice il procuratore aggiunto. L’interesse della mala al traffico di droga mina la percezione comune sulla presenza o meno della criminalità organizzata nel Reggino. «Certo, la presenza della ‘ndrangheta è stata un po’ meno evidente perché le cosche importanti sono totalmente dedicate al narcotraffico grazie al quale riescono ad ottenere dei guadagni straordinari». La provincia di Reggio Calabria dispone e offre alla Regione la più grande infrastruttura della logistica che è il Porto di Gioia Tauro. Un’infrastruttura che paradossalmente, anche in questo caso, la ‘ndrangheta è riuscita a coglierne per intero le potenzialità. «Molto vero, però non possiamo dire che siccome la ‘ndrangheta dei narcotrafficanti è infiltrata nelle strutture portuali questo debba favorire la chiusura dello scalo. Occorre agire in una modalità repressiva e preventiva tale da disinnescare questa azione. Il porto è un tesoro della nostra provincia che va assolutamente valorizzato, vanno tutelate le sue grandi potenzialità ma dentro questa valorizzazione ci vuole l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura». Per Musolino, i tentacoli allungati dalla mala sul Porto non possono rappresentare un freno agli investimenti. «Quello di cui abbiamo bisogno per combattere la ‘ndrangheta sono proprio gli investimenti, l’economia e la capacità di gestione di risorse».

Lo stato di salute della società civile

Qual è, invece, lo stato di salute della società civile reggina? «Abbiamo fatto secondo me dei passi avanti, abbiamo avuto molti imprenditori che hanno iniziato a collaborare, però credo che quello che manchi è una reale consapevolezza da parte dello Stato delle esigenze che riguardano questo territorio. Noi abbiamo ancora un numero di componenti delle forze dell’ordine assolutamente inadeguato rispetto al fenomeno che dobbiamo fronteggiare. Nelle forze dell’ordine è davvero un problema. Noi dobbiamo selezionare i fronti su quali intervenire perché non abbiamo risorse adeguate per poter affrontare tutti i nodi che invece meriterebbero di essere affrontati». Questo cosa comporta? «Un giovane senza lavoro si avvicina alla criminalità. Il narcotraffico è un settore nell’ambito del quale ancora oggi è possibile offrire un guadagno facile ad un ragazzo che sul territorio non sbocchi e diventa uno strumento di attrazione sempre più convincente».

La riforma della giustizia e la separazione delle carriere

Organici risicati, limiti di budget e forse taglio alle intercettazioni. Nonostante siano molteplici le emergenze del settore giustizia, l’attenzione – anche mediatica – è tutta rivolta alle discussioni sulla separazione delle carriere. «Quello è un danno che si inserisce su tutta una riforma dei sistemi costituzionali che riguarda il premierato, una concentrazione di poteri, a mio giudizio eccessiva, in capo a una sola persona, insieme alla riforma della separazione delle carriere che in realtà è una riforma della giustizia che indebolisce la capacità della magistratura di svolgere il suo ruolo di garanzia», affonda Musolino. Che chiosa: «Se a questo aggiungiamo la riforma sulle autonomie regionali, abbiamo un quadro in cui le regioni del Meridione – in particolare la Calabria – subiranno sempre di più effetti negativi e deleteri di riforme che non hanno a cura la tutela dei più deboli».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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