CATANZARO La Calabria entrerà presto in un protocollo di sperimentazione sull’assistenza di un anziano non autosufficiente. Parola di Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita e presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza degli anziani del ministero della Salute. In un’intervista sul Corriere della Sera Paglia, annuncia che la Calabria assieme ad Umbria e Toscana sarà la regione dove si sperimenterà un modello nuovo di assistenza. Si tratta di «un’assistenza “community based” – spiega Paglia – diffusa cioè sul territorio, che coinvolga aziende sanitarie, terzo settore, Comuni e altri enti locali, per un invecchiamento attivo contro la solitudine».
Il presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza degli anziani del ministero della Salute, sottolinea che si partirà da subito con due sperimentazioni nel Lazio ed in Lombardia. E poi a seguire appunto anche la Calabria. E Paglia entra anche nel dettaglio. A partire da cosa si intenderà fare nel Lazio, per poi estenderlo anche in Calabria. «Nel Lazio – racconta al Corriere – il nuovo sistema di assistenza verrà testato in due aree urbane, a Tor Vergata e Tor Bella Monaca, e negli 8 comuni nel territorio dei monti Simbruini, con 1.800 anziani che vivono soli e 400 giovani inattivi, a cui verrà offerto un lavoro da operatore sociosanitario. Vecchie sedi di stazioni e un monastero potrebbero essere trasformati in centri diurni polivalenti, verrà favorita la telemedicina e l’accessibilità degli uffici postali, potenziata la mobilità grazie alla partecipazione delle Ferrovie dello Stato, e le parrocchie metteranno a disposizione i loro orti per gli anziani». «Con i soldi risparmiati – conclude – per un uso più appropriato del Pronto Soccorso e dei ricoveri fra 10 anni ci auguriamo che la sperimentazione possa entrare a regime in tutta Italia».
Un progetto sperimentale in attesa che parta anche in Calabria il sistema dei “ricoveri di sollievo”, cioè quelli previsti dall’articolo 30 del Decreto sui Lea del 2017 ma ancora rimasti sulla “carta” in Calabria, come in altre regioni. Uno strumento nato per dare una “tregua” a quanti assistono a casa un familiare non autosufficiente offrendo a questi ultimi un ricovero temporaneo in una Residenza sanitaria o sociosanitaria (Rsa), da una settimana fino a un massimo di 30-60 giorni all’anno, quando la famiglia, appunto, non riesce a prendersi cura del proprio caro. Ma che la regione non ha ancora disciplinato. Così in attesa di questi potrebbe parallelamente ritornare utile il progetto pilota annunciato dal presidente Paglia.
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