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il delitto

Autobomba di Limbadi, nel processo d’appello la Procura generale chiede quattro condanne

Conferma della condanna all’ergastolo invocata per Rosaria Mancuso e il genero Vito Barbara, ritenuti i mandanti dell’attentato contro Matteo Vinci

Pubblicato il: 29/05/2024 – 16:57
Autobomba di Limbadi, nel processo d’appello la Procura generale chiede quattro condanne

VIBO VALENTIA La Procura generale di Catanzaro ha chiesto quattro condanne nel processo di secondo grado che ruota attorno all’autobomba di Limbadi, nel Vibonese – costata la vita il 9 ottobre 2018 – al biologo Matteo Vinci. La conferma della condanna all’ergastolo è stata chiesta per Rosaria Mancuso, 66 anni, di Limbadi, e per il genero Vito Barbara, 30 anni, ritenuti i mandanti dell’attentato. Per il marito della Mancuso – Domenico Di Grillo, di 74 anni – la Procura generale ha chiesto la condanna a 22 anni di reclusione (10 anni in primo grado), mentre per Lucia Di Grillo, 32 anni (figlia di Rosaria Mancuso e Domenico Di Grillo) sono stati chiesti 14 anni di reclusione (in primo grado è stata condanna a 3 anni e 6 mesi). Tra le accuse, oltre all’attentato costato la vita a Matteo Vinci ed il ferimento del padre Francesco Vinci, anche la detenzione illegale di armi e una tentata estorsione sui terreni contesi dai Mancuso-Di Grillo e la famiglia Vinci-Scarpulla, quest’ultima parte civile nel processo.

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