REGGIO CALABRIA Nella sede del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria si è concluso l’evento del Gruppo Corriere della Calabria “Giochiamo d’anticipo” che ha aperto una doppia finestra sulle minoranze linguistiche e sullo straordinario percorso delle donne del vino. Ospite d’eccezione il conduttore tv Giorgio Mastrota, profondamente legato all’Arberia di Calabria, un arcipelago ricco di usi, costumi, riti e atmosfere. «Per chi non lo sapesse io sono di origine calabrese, civitese, mio papà nacque a Civita, nel 1914, e mi ha sempre trasmesso l’amore per questa terra ed io sono qui per trasmettervi l’amore che sento per il nostro territorio», dice Mastrota ai nostri microfoni.
«Ogni volta che vengo qui mi sento a casa», aggiunge il conduttore. Che ha investito a Civita. «Io sono l’esempio vivente che si può fare. Abito a Bormio che è l’estremo nord dell’Italia, vivevo a Milano, ma le origini mi hanno riportato in Calabria ed ho acquistato una casa, l’hanno fatto i miei figli e la mia famiglia si trova bene in Calabria, è a proprio agio». Non solo, Mastrota “ha convinto” «alcuni miei amici polentoni del nord» ad investire. «Quando sono arrivati per la prima volta a Civita si sono subito innamorati, è un investimento del cuore».
Come Mastrota, sono tanti i calabresi di ritorno decisi a riscoprire le proprie origini. Ma – sottolinea il conduttore tv – «la Calabria è stata considerata periferia dell’Italia, ma qui c’è gente con grande cuore, grande testa e si può fare tanto. A Civita – ad esempio – ci sono dei ritorni, persone che magari erano andati all’estero a studiare e poi si sono trasferiti in altre regioni e ad una certa età si sono resi conto che quello che c’è qui non lo si trova da altre parti. Può sembrare il solito e banale luogo comune, ma è davvero così».
(redazione@corrierecal.it)
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