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il fenomeno in cifre

Imprese al Sud: più paura di racket e usura, meno di furti e rapine

Indagine Confcommercio per la giornata “Legalità ci Piace”: ecco i dati relativi ad aziende e consumatori del terziario di mercato

Pubblicato il: 30/05/2024 – 12:53
Imprese al Sud: più paura di racket e usura, meno di furti e rapine

COSENZA Preoccupazione in crescita per le imprese del Sud Italia in merito a fenomeni come usura, estorsione e racket, con la percezione di un aumento rispetto all’anno precedente. Lo rivela un’indagine condotta da Confcommercio presentata nel corso della giornata “Legalità ci Piace”, che ha analizzato i dati relativi a imprese e consumatori del terziario di mercato del Sud.

Più paura di racket e usura, meno di furti e rapine

Tra le imprese, il 24,9% teme di essere esposto a usura ed estorsione, percentuali superiori alle medie nazionali (rispettivamente 24,4% e 19,6%). Nonostante ciò, la percezione di furti, rapine e atti vandalici è leggermente inferiore rispetto alla media nazionale (32,3% contro 33,9%). I furti rimangono comunque il crimine più temuto (25,7%), con un impatto negativo sulla sicurezza di imprese, titolari e collaboratori.
Di fronte a tali minacce, il 60,3% degli imprenditori ritiene che sia necessario sporgere denuncia, dato inferiore alla media nazionale. Tra le Forze dell’ordine, la Polizia è il soggetto percepito come più vicino agli imprenditori (42,8%), in leggero aumento rispetto al dato nazionale.

Abusivismo e contraffazione: un freno per le imprese del Sud

Il 59,8% delle imprese del terziario meridionale si sente penalizzata da abusivismo e contraffazione, dato inferiore alla media nazionale (62,8%). Per contrastare questi fenomeni, l’82% delle imprese ha già investito in misure di sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza e antifurto, con una percentuale superiore alla media nazionale.

Acquisti illegali: online la trappola della contraffazione

Il 24,9% dei consumatori del Sud ha acquistato prodotti contraffatti o servizi illegali nel 2023, dato leggermente superiore alla media nazionale (24,2%). Tra questi, il 64,7% ha utilizzato canali di vendita online (in linea con i dati nazionali) e quasi la metà (49,8%) ha effettuato acquisti esclusivamente online. I prodotti contraffatti più diffusi sono capi di abbigliamento (64,3%), pelletteria (33,3%) e calzature (34,9%). L’acquisto di prodotti illegali è motivato principalmente da ragioni economiche (71,7%), con la convinzione di fare un buon affare. Il 69,3% dei consumatori è consapevole dei rischi associati all’acquisto illegale, che includono pericoli per la salute (70,2%), la sicurezza (54,1%) e la bassa qualità dei prodotti (43,7%).

Contraffazione online: una sfida per le piattaforme e social

Il 65,9% dei consumatori ritiene che sia più facile acquistare prodotti contraffatti online senza accorgersene. Al 21,3% degli intervistati è capitato di acquistare online prodotti contraffatti credendoli originali. L’80% dei consumatori ritiene che le piattaforme di e-commerce e i social media siano direttamente responsabili e sanzionabili per la vendita di prodotti contraffatti sui loro canali.

L’identikit del “consumatore illegale”: giovane, istruito e con lavoro

Il profilo del consumatore che acquista prodotti illegali emerge come prevalentemente maschile (con una forte incidenza tra i 18 e i 34 anni), con un livello di istruzione medio-alto e un’occupazione come impiegato, operaio o studente.
I dati presentati evidenziano la necessità di un impegno congiunto da parte di istituzioni, imprese e consumatori per contrastare i fenomeni di criminalità economica e di acquisto illegale, a tutela della sicurezza, della concorrenza leale e della salute dei cittadini.
«I dati di Legalità ci piace 2024 presentano un quadro allarmante per le imprese calabresi, con un’incidenza di fenomeni criminali come usura, estorsione e racket superiore alla media nazionale – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri (nella foto) – È un dato che non può non preoccupare e che ci spinge a chiedere, ancora una volta, un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni per contrastare con decisione queste illegalità».
Secondo Algieri «Le imprese calabresi sono già provate da anni di difficoltà economiche e la criminalità rappresenta un ulteriore ostacolo alla loro crescita e allo sviluppo del nostro territorio. Non possiamo permettere che la paura e l’intimidazione condizionino il futuro delle nostre aziende e della nostra regione. È necessario un’azione sinergica tra forze dell’ordine, magistratura, associazioni di categoria e istituzioni per creare un ambiente più sicuro e favorire la denuncia di questi reati. Occorre inoltre sostenere le imprese con misure concrete che le aiutino a dotarsi di adeguati sistemi di sicurezza e a superare le difficoltà economiche che le rendono più vulnerabili alle infiltrazioni criminali. Confcommercio Calabria continuerà a fare la sua parte, sensibilizzando le imprese e le istituzioni sull’importanza della legalità e promuovendo iniziative concrete per contrastare la criminalità. Ma è necessario un impegno comune da parte di tutti per costruire un Sud più sicuro e competitivo, dove le imprese possano operare con serenità e contribuire allo sviluppo economico e sociale della regione» conclude Algieri.

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