CORIGLIANO-ROSSANO Il Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, con Decreto Dirigenziale n. 7408 del 29 maggio 2024, ha dato via libera alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il progetto di raddoppio e messa in sicurezza della SS 106 nei tratti compresi tra il km 0+000 e il km 25+000, che include la nuova variante da Coserie (Corigliano-Rossano) a Sibari e l’adeguamento della SS534 Sibari. Il progetto, promosso da Anas, mira a migliorare significativamente la sicurezza stradale e la fluidità del traffico in un’area cruciale della rete viaria calabrese. I comuni direttamente interessati sono quelli di Corigliano-Rossano e Cassano allo Ionio e la nuova strada prevede non solo il raddoppio di alcuni tratti dell’attuale SS106 Bis ma anche la costruzione di una nuova sede stradale di categoria B, a 4 corsie. A riguardo, anche i documenti della VIA riportano un passaggio emblematico, relativo alla funzionalità della strada.
Una nuova strada a 4 corsie è possibile se vengono sostenuti i dati traffico. La scelta delle opzioni progettuali messe in discussione, tra cui anche quella dell’allora Megalotto 8, seguono un mantra, un principio indissolubile: quanto la nuova strada è utile a supportare i dati di traffico lungo la jonica? La risposta, elaborata dagli studi e dai calcoli ingegneristici, restituisce una sola possibilità; e quindi che l’unico tracciato che garantirebbe di supportare tutti i circa 21mila veicoli al giorno previsti lungo l’arteria è quello che si sta portando avanti in progettazione in questi mesi e che è pronto per essere finanziato. Infatti, sia il Megalotto 8 (di cui resta solo un disegno su carta e nessuna autorizzazione) che tutte le altre “varianti” proposte al progetto non garantirebbero l’alleggerimento del traffico che si delinea sull’attuale SS106 bis con tutti i rischi del caso. Insomma, si andrebbe a costruire una nuova strada senza aver risolto l’unico e più grande problema: la sua pericolosità. E questo lo evidenzia anche il Decreto pubblicato che non solo certifica il giudizio positivo di compatibilità ambientale del progetto, confermando che le opere previste rispettano i criteri stabiliti dalle normative vigenti in materia ambientale, ma anche la sua utilità sociale. Questo giudizio positivo è stato raggiunto dopo un’attenta analisi da parte della Struttura Tecnica di Valutazione (STV) e in collaborazione con diverse autorità competenti, tra cui la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza.
A proposito della Soprintendenza. Tra i documenti allegati al decreto c’è anche il parere rilasciato dal massimo organo di supervisione, tutela e controllo dei beni culturali. Lo stesso che nel dare parere favorevole all’opera, focalizza, tra le tante accezioni poste relative alla unicità del territorio costellato di un importante patrimonio storico-artistico-architettonico, una particolare attenzione a quello che dovrà essere il viadotto di Corigliano. Scrive la Soprintendenza: « La soluzione proposta per il viadotto urbano di Corigliano e per il viadotto Oliveto venga rimodulata»; e aggiunge: «La nuova progettazione dovrà scaturire da un’attenta e approfondita lettura del contesto d’intervento e porsi in piena armonia con le valenze paesaggistiche presenti, non negandole ma valorizzandole, ponendosi come elemento di arricchimento del prezioso ambito paesaggistico d’intervento»; e poi specifica: «Gli impalcati metallici siano di colorazione naturale corten, lasciando al tempo e all’intervento degli elementi una progressiva contestualizzazione dell’opera nel tempo».
Ritorna, quindi, il tema dei viadotti. Soprattutto quello di Corigliano, che è diventato il centro dell’intera discussione attorno all’opera. Per quanto si legge dalle carte progettuali, dagli studi fatti e dalla interferenza dei vincoli, l’unica soluzione per non realizzare il viadotto sarebbe quella di stravolgere il tracciato. Stravolgere il tracciato, però, significherebbe venire meno all’altro principio cardine della sussistenza dell’opera sui dati di traffico. Dal momento che la strada dovrebbe passare a monte dell’abitato di Corigliano scollegandosi dall’area industriale ausonica e da porto rendendo, di fatto, inefficace l’opera dal punto di vista della sostenibilità, sia ambientale, sia economica e sia dei dati di traffico. Perché, allora, non fare anche a Corigliano una galleria come quella progettata per Rossano? Anche a questo ha risposto la documentazione VIA: «Il tracciato selezionato – si legge nella corposa relazione allegata al Decreto della Regione Calabria – è stato analizzato dettagliatamente nel contesto del rischio idrogeologico valutando il suo inserimento sovrapposto alle mappe del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e del Piano Gestione Rischio Alluvioni (PGRA). Il tracciato individuato è stato sviluppato al fine di evitare zone classificate a maggiore rischio idraulico “R4” e tutte le opere (viadotti, rilevati, ecc.) sono state dimensionate conformemente alle prescrizioni PAI e del PGRA secondo quanto dichiarato dal proponente. Il tracciato di progetto è stato, quindi, opportunamente individuato in modo da garantire la sicurezza idraulica oltre che stradale». Dal momento che buona parte del territorio compreso tra lo Scalo di Corigliano e il centro storico di Schiavonea (unica zona in cui la nuova infrastruttura avrebbe un senso ed una utilità) è costretta da vincoli idrogeologici R3 ed R4 (massima pericolosità alluvionale), l’unico strumento per bypassarli è il viadotto leggero. Insomma, o questo oppure l’opera rischia di saltare e non farsi. A quanto pare non ci sarebbero molte alternative. Non è un caso, infatti, che di nuova Statale 106 se ne parla ormai da quasi 30 anni senza arrivare a nulla: tutte le altre soluzioni che si vorrebbero (passaggi a monte, in galleria, su viadotti, per aria…) sono tutti impraticabili e irrealizzabili, perché insostenibili. Il processo di valutazione, infatti, ha visto la partecipazione attiva di vari enti e cittadini. Sono state presentate osservazioni da parte di organizzazioni di volontariato, aziende agricole e comitati locali. Tra le osservazioni pervenute, degne di nota, sono quelle dell’organizzazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” e del Comitato “Sì al Sottopasso”. Con quest’ultima che ha proprio sponsorizzato la sostituzione del viadotto con una galleria artificiale. Anas ha risposto a tutte le osservazioni (13 in tutto) con controdeduzioni puntuali, dimostrando la volontà di affrontare ogni preoccupazione sollevata.
Con la pubblicazione del decreto ora si attende anche la determinazione della Conferenza dei Servizi decisoria, dapprima prevista per lo scorso 28 maggio e poi differita al prossimo 13 giugno. Se la CdS darà parere favorevole, allora, ANAS potrà procedere con la fase operativa del progetto, che include la finalizzazione dei dettagli esecutivi e l’avvio delle gare d’appalto per la realizzazione delle opere. Diversamente, se la Conferenza – che si riunirà in forma sincrona e in presenza – nella cittadella regionale di Catanzaro, dovesse dare un parere negativo, bisognerà resettare tutto e ripartire da capo con il rischio che il finanziamento di 1,2 miliardi di euro, destinato proprio alla Sibari-Corigliano-Rossano possa essere così dirottato della Coserie-Crotone sulla quale è già pronto il Progetto di Fattibilità tecnico-economica ma dove manca, ancora, la copertura finanziaria.
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