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Il “viaggio” di Iannacone in Calabria, l’umanità dolente e le sacche di povertà estrema

Baraccopoli, tendopoli, case di fortuna e vecchie fabbriche abbandonate diventano luogo di rifugio per un esercito di “invisibili”

Pubblicato il: 31/05/2024 – 7:50
Il “viaggio” di Iannacone in Calabria, l’umanità dolente e le sacche di povertà estrema

REGGIO CALABRIA Riprende dove aveva lasciato, Domenico Ianncone torna in Calabria – a distanza di molti anni – per riaprire il ciclo di nuove puntate del suo format di inchieste. Le storie narrate nel ventre di una regione, la Calabria, dove insistono comunità di immigrati costretti a vivere in condizioni disumane. Baraccopoli, tendopoli, case di fortuna e vecchie fabbriche abbandonate diventano luogo di rifugio per chi ha lasciato la propria terra in cerca di fortuna, di un futuro decisamente migliore. Qualcuno ha trovato sulla propria strada, miseria e povertà, un inferno di sacrifici ed emarginazione. Iannacone viaggia, insieme a lui c’è Bartolo Mercuri dell’associazione “il Cenacolo”, protagonista dell’episodi del programma di approfondimento condotto dal giornalista.

L’impegno di Mercuri

«Mi hanno bruciato due pullman, solo perché non dovevo aiutare i migranti». In sella al nuovo mezzo, frutto della solidarietà raccolta da centinaia di persone e associazioni dopo l’appello dello scorso anno, Mercuri percorre le vie di Rosarno raggiungendo i diversi insediamenti dispersi tra le campagne e raccogliendo i ragazzi ai bordi delle strade per offrirgli ristoro e trasporto. «Ci sono persone che non accettano che tu fai il bene», dice ancora Mercuri. «Ma non mi tirerò mai indietro». «Ora andiamo a mangiare, poi scarpe e vestiti per tutti», dice ai ragazzi mentre li accompagna nella mensa della sua associazione. Lui è un piccolo commerciante di mobili che da anni aiuta i braccianti e le famiglie in difficoltà della Piana di Gioia Tauro e l’associazione ha sede nel piccolo centro reggino di Maropati.

Ali, Buba e gli altri emarginati

“Papà Africa”, così chiamano Alì arrivato in Calabria a 22 anni dal Senegal. Il viaggio, compiuto da Domenico Iannacone tornato in onda con le nuove puntate di “Che ci faccio qui”, ci riporta nella Tendopoli di Rosarno tra le pieghe di un’umanità dolente racchiusa dentro sacche di povertà estrema, per toccare con mano le condizioni disumane in cui centinaia di uomini e donne sono costretti a vivere. Colpisce la storia di Buba, che vive in condizioni estreme tra sporcizia, umidità, senza servizi. «Se avessi saputo tutto questo, non sarei mai venuto in Italia», confessa al conduttore tv.
(redazione@corrierecal.it)

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