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la finale

Il Real batte 2-0 il Dortmund e vince la 15ª Champions

Per Carlo Ancelotti è la quinta da allenatore oltre alle due conquistate da giocatore

Pubblicato il: 01/06/2024 – 23:08
Il Real batte 2-0 il Dortmund e vince la 15ª Champions

Il Real Madrid ha vinto la Champions League battendo 2-0 in finale a Wembley i tedeschi del Borussia Dortmund con le reti di Carvajal al 74mo e Vinicius all’83mo. Per i ‘blancos’ è la 15ª coppa dalle grandi orecchie tra quelle dei Campioni e la Champions. Per Carlo Ancelotti è la quinta da allenatore oltre alle due conquistate da giocatore. 

La partita

E’ la 15/a del Real Madrid, dominatore del calcio europeo e mondiale, la quinta personale del mago Carlo Ancelotti, la sesta del gregario re per una notte Carvajal, autore del primo dei due gol che hanno affossato il Borussia Dortmund a Wembley. La finale della Champions League racconta queste storie e quelle di Toni Kroos che lascia il club (poi anche il calcio dopo gli Europei) da vincente prendendosi anche lui la sesta grande Coppa (23/o trofeo di un’incredibile carriera), come anche capitan Nacho e l’altra leggenda ‘madridista’ Luka Modric. Tutti insieme per eguagliare il primato di un altro immortale del Real, Francisco ‘Paco’ Gento. Ma la finale di oggi è anche quella di Vinicius Junior, il giocoliere arrivato da Rio de Janeiro, a segno nella finale vinta due anni fa contro il Liverpool e anche oggi a Wembley, favorito da un grossolano errore del borussiano Maatsen che serve il pallone a Bellingham, grande ex di turno, e per l’inglese è un gioco da ragazzo appoggiare a Vinicius che segna. Per lui è un altro passo verso il Pallone d’Oro. E’ stata la vittoria di una corazzata che in una finale difficilmente perde, contro un Dortmund che ha fatto molto meglio dei rivali nel primo tempo ma ha sprecato troppo e poi è crollato alla distanza, quando le parole di Ancelotti ai suoi dopo 45′ hanno evidentemente fatto effetto. E non ci sono più parole per questo allenatore che ama Madrid e il Real quanto se stesso e ha visto giusto rimanendo dov’è e rifiutando la nazionale brasiliana: anche lui entra nella leggenda. Al termine del primo tempo se il Borussia Dortmund fosse stato in vantaggio di due gol, non ci sarebbe stato nulla di strano. Invece è 0-0 perché il timore reverenziale dei tedeschi per Wembley e per il Real dura pochissimo, e il predominio del gioco dei primi 45′ è tutto giallonero, con Adeyemi, Fullkrug e Sabitzer che, in particolare, mettono in risi il Real. Al 21′ Adeyemi riceve su verticalizzazione di Hummels ma nel tentativo di saltare Courtois, che lo costringe ad allargarsi, perde l’attimo buono permettendo a Carvajal di ‘chiudere’ in angolo: un intervento provvidenziale quello del veterano del Real. Al 24′ è palo di Fullkrug, che sull’uscita di Courtois calcia sul legno alla sinistra del portiere belga. Al 29′ terza occasione mancata dal Borussia con Adeyemi che viene lanciato in profondità, si presenta in area e calcia con Courtois che respinge e poi blocca sul successivo tentativo di testa da parte dello sbilanciato Fullkrug. In precedenza il belga, alla sua prima apparizione nella Champions di questa stagione, si era anche esibito in una parata su conclusione di Sabitzer. A inizio ripresa il Real fa capire che la musica è cambiata, sfiora il gol con Kroos e con Carvajal, quest’ultimo con un colpo di testa fuori di un soffio che anticipa ciò che poi farà al 29′ quando prende il tempo a Fullkrug, molto più alto di lui, e manda in Real in paradiso. Poi anche Terzic ci mette del suo sostituendo Adeyemi, fino a quel momento il migliore dei suoi, con il veterano Reus, io, e poi c’è praticamente solo il Real che sfiiora ancora il gol con Camavinga, ancora Kroos e Bellingham, segno di un predominio che nella ripresa è stato evidente. Ultimo brivido un gol annullato a Fullkrug per fuorigioco, poi finisce con il pianto a dirotto, dopo il fischio finale, di Carvajal quasi incredulo di aver vinto, proprio lui gregario per eccellenza (come Nacho, che Sabatini voleva portare alla Roma, e ora è il capitano del Real) la sua sesta Champions. Non è Ronaldo, non è Zidane, non è Benzema nè Modric o Raul, ma questa è la sua notte. E, ovviamente, di Ancelotti che abbraccia forte Kroos, riceve l’inchino di Ancelotti e per una volta si lascia andare all’emozione, abbracciato dalla moglie. Che bello per Gian Piero Gasperini, sfidarlo nella prossima Supercoppa. 

Tutti i record di Ancelotti

La conquista della quinta Champions League da allenatore, arrivata in modo quasi ineluttabile stasera a Wembley, alimenta ancor di più il mito di Carlo Ancelotti. Da oltre 40 anni, prima in campo e poi in panchina, l’uomo di Reggiolo accumula successi e record e viene da chiedersi quali traguardi abbia ancora da inseguire dopo aver vinto tutto. La rinuncia l’anno scorso all’offerta del Brasile e la scelta di restare al Real Madrid gli ha fruttato il triplete Champions-Liga-Supercoppa di Spagna, premessa di altri trionfi nel biennio di contratto che gli resta da onorare in casa merengue. Adorato dai giocatori, idolatrato dai tifosi, ‘Carlo Magno’ è un vanto del calcio italiano, che in qualche modo lo ha prestato al mondo per farne un suo ambasciatore. Dopo i tanti successi da calciatore tra Roma (uno storico scudetto) e Milan, una volta salito in cattedra Ancelotti ha cominciato a macinare successi, diventando l’unico tecnico nella storia del calcio ad aver vinto il titolo nei cinque principali campionati europei (Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna, con Milan, Chelsea, Psg, Bayern e Real) e l’unico ad aver vinto la Champions per cinque volte. La sua carriera in panchina inizia nel 1995 alla Reggiana, in Serie B. In seguito ha allenato Parma (1996-1998), Juventus (1999-2001) e Milan (2001-2009). Alla guida del club di Torino ha vinto una Coppa Intertoto Uefa nel ’99 mentre alla guida dei rossoneri ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, due Champions League, due Supercoppe Uefa e una Coppa del mondo. Tra il 2009 e il 2011 è stato sulla panchina del Chelsea, aggiudicandosi la doppietta Premier League-FA Cup. Nella stagione 2011-2012 è subentrato in corsa sulla panchina del Paris Saint-Germain, con cui ha vinto la Ligue 1 al secondo tentativo, nel 2012-2013. Nell’estate del 2013 e’ stato ingaggiato dal Real, con cui si e’ aggiudicato la Coppa del Re, la Champions League, la Supercoppa e il Mondiale per club. Al Bayern Monaco nel 2016 ha vinto la Bundesliga e tra il 2018 e il 2021 ha allenato il Napoli e poi l’Everton, due esperienze non positive che sembrano avergli fatto perdere il tocco magico. Ma nel 2021, tornato sulla panchina del Real Madrid, riapre la bacheca personale per porvi due Champions, due titoli nazionali, due Supercoppe di Spagna, un mondiale per club, una Supercoppa Uefa. Nel 2020, per il cinquantenario del Paris Saint-Germain, è stato nominato miglior allenatore della storia del club, e nel 2019 la rivista francese France Football lo ha inserito fra i 50 migliori allenatori della storia del calcio. Cinque anni e tanti trofei dopo, è il momento di aggiornare ancora la classifica, ma forse non serve.

Ancelotti: mai abituarsi, è stata più dura del previsto

«Mai abituarsi, perché è stata difficile, molto difficile, più del previsto». Carlo Ancelotti si gode la 15esima Champions messa in bacheca dal Real Madrid, la quinta personale di una carriera inimitabile. «Nel secondo tempo siamo stati migliori, più equilibrati. Questo è un sogno che continua», ha aggiunto a Movistar il mister dei Blancos. «Vinicius? L’ho sgridato un po’, nel primo tempo siamo stati un po’ pigri, abbiamo perso dei palloni e loro hanno giocato come volevano», ha ammesso ancora l’ex allenatore di Milan, Parma e Juventus. Un pensiero rivolto a Kroos, alla sua ultima con un club: «E’ un po’ triste, voleva che finisse così. Ha deciso di smettere e dobbiamo rispettarlo». 

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