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la riflessione

Una nuova giustizia, una nuova sinistra

Il disegno di legge costituzionale approvato dal governo prevede la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante e una nuova sezione disciplinare, sempre affiancata al Csm. …

Pubblicato il: 01/06/2024 – 11:36
di Mario Campanella*
Una nuova giustizia, una nuova sinistra

Il disegno di legge costituzionale approvato dal governo prevede la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante e una nuova sezione disciplinare, sempre affiancata al Csm. Tra le altre cose, è prevista l’elezione dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, compresi quelli laici, a sorteggio. Come ogni disegno di legge, in questo caso costituzionale, non è perfetto ed è migliorabile.
Il centrodestra porta avanti uno dei punti della sua campagna elettorale. Il centrosinistra sembra orientato a dire no. Eppure, è assai strano che una questione riguardante l’esercizio pieno della libertà non coinvolga la sinistra, che storicamente ne ha fatto una battaglia di principi legata alla giustizia sociale.
È impossibile pensare a una possibilità di convergenza su questo disegno, a una sintesi che tenga conto anche delle proposte della sinistra? Apparentemente si ma in politica è sempre cosa buona tenere aperta la porta del dialogo. Da tangentopoli in poi il principio dell’equilibrio dei poteri, che ha aperto la strada alle democrazie, è stato leso.
La magistratura deve avere una sua autonomia ma anche non invadere il campo legislativo. In questo trentennio abbiamo assistito a diverse cose. Il correntismo non è un fatto nuovo ma ha fatto emergere una politicizzazione di Palazzo dei Marescialli.
Di contro, la soppressione dell’immunità parlamentare (di cui chiaramente si era abusato) ha esposto ulteriormente la politica a una debolezza di fondo. I magistrati devono fare le loro indagini liberamente ma in un quadro di garanzie che oggi non esiste. Così come il giudice deve essere realmente terzo nelle valutazioni. Nessuno pensa che i magistrati debbano perdere la loro libertà e la loro autonomia ma anch’essi devono essere soggetti alla legge quando sbagliano.
Non vi è dubbio che la parte migliore della prima Repubblica in relazione al garantismo, alla presunzione di innocenza, sia stata a sinistra: parlo del Psi e dei radicali. Quella eredità sembra appartenere al passato. Eppure, proprio la sinistra potrebbe rievocarla abbandonando la strada del massimalismo. Piuttosto che dire no a prescindere alla riforma del governo inserisca le sue proposte con l’obiettivo di arrivare a una sintesi. Glielo chiedono anche tanti sindaci, amministratori di quella parte politica e tanti cittadini che vogliono rispettare la magistratura. Senza averne paura.

*Giornalista

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