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Tosto: «Con una bandiera come Tutino il Cosenza non può fare una plusvalenza»

Le parole dell’ex calciatore di Genoa, Napoli e Torino, oggi agente e ds. «Ora Guarascio può dimostrare quanto realmente tiene alla città»

Pubblicato il: 02/06/2024 – 9:40
Tosto: «Con una bandiera come Tutino il Cosenza non può fare una plusvalenza»

COSENZA Vittorio Tosto è stato un ex calciatore con oltre 400 presenze tra serie A e B. Napoli, Genoa, Torino e Fiorentina sono solo alcune delle squadre in cui ha militato. Calabrese di Cariati, oggi Tosto è un procuratore e direttore sportivo. Nel recente passato è stato l’agente di Giovanni Di Lorenzo, capitano del Napoli al centro di una querelle con il suo club che vorrebbe lasciare. L’attuale procuratore di Di Lorenzo è Mario Giuffredi, lo stesso di Gennaro Tutino, attaccante del Cosenza ma di proprietà del Parma. Nell’ultima puntata del programma condotto da Giuseppe Milicchio “I fatti del calcio” su Rti, Tosto ha detto la sua proprio su Gennaro Tutino. «Parlando della questione Tutino – ha affermato Tosto – si entra nel merito del diritto sportivo. Il trasferimento si evolve in due situazioni, o in prestito o a titolo definitivo. Noi sappiamo che il Parma ha ceduto il calciatore in prestito oneroso con un diritto di riscatto. Se il Cosenza avesse messo un obbligo per esempio al raggiungimento del quindicesimo gol, non ci sarebbero stati dubbi, Tutino sarebbe già di proprietà del Cosenza. È stato fatto un diritto di riscatto, che è sempre superfluo, è da discutere e da contrattare. Ovviamente sul diritto di riscatto è stata già messa una cifra, ma si può sempre discutere. Il Parma ha il diritto di ricevere un’offerta da una terza, quarta e quinta società, perché mettendo il diritto si è sempre a rischio. Può capitare che un giocatore, come accaduto, ti fa 20 gol e su di lui puntano gli occhi altri club e potrebbe scatenarsi un’asta. Il Cosenza ha dalla sua la volontà del calciatore, che non è poco, perché Tutino vuole proseguire a Cosenza. Bisognerà capire se il Cosenza ha la forza di riscattarlo al diritto che è stato pattuito, contrattualizzandolo poi in modo pluriennale il calciatore, perché in questo caso uno o due anni di contratto non sarebbero un vantaggio né per la società né per il calciatore. Quindi come si può capire, questa è un’operazione importante per le casse del Cosenza, al netto si va sui 5-6 milioni di euro, al lordo quasi il 60 per cento in più per un totale di 7-8 milioni. È inevitabile che Guarascio capisca bene dove vuole andare. È la prima volta che il presidente del Cosenza viene messo di fronte all’opportunità con un grande sacrificio di dimostrare quanto realmente tiene alla città di Cosenza. Fino ad oggi una spesa onerosa per acquistare un calciatore molto gradito alla piazza non è stata fatta. Sono stati presi in prestito elementi di spessore come Forte e Canotto, ma mai è arrivato un acquisto. Quindi ripeto, se si vuol prendere un calciatore come Tutino, fidelizzarlo e renderlo definitivamente una bandiera rossoblù, bisogna mettere tanti soldi nella casse. Se ci si muove in breve tempo e si fanno davvero questi sforzi, sono sicuro che la città di Cosenza saprà ripagarli al meglio». «Io – ha proseguito Tosto – su Tutino non farei una plusvalenza. Vengo dal campo, quando giocavo cercavo di rispettare la tradizione della maglia che indossavo. Ho indossato le maglie del Genoa, della Fiorentina, ho fatto l’esordio in serie A con il Torino, e poi il Napoli, stiamo parlando di società gloriose che ti fanno sentire il peso della maglia che indossi. La maglia del Cosenza ha una sua storia e chi la indossa deve portare rispetto. Tutino è un calciatore che avvicina le masse, avvicina le nuove generazioni, ti fa vincere, porta gente allo stadio, ecco perché non si può fare una plusvalenza con una bandiera di questo tipo. La società deve fare uno sforzo per prenderlo e tenerlo, facendo capire alla piazza lo sforzo che si è fatto. Il presidente dovrà essere chiaro e sincero con la città, dovrà fidelizzare il calciatore e costruire un progetto ambizioso con il suo calciatore bandiera. Tutino è diventato il simbolo del Cosenza, non si può arrivare a fine maggio, inizio giugno con l’incertezza sul da farsi. Bisogna averlo già riscattato per programmare il futuro, anche perché la concorrenza è spietata, anche nei confronti del calciatore. Bisogna fare urgentemente un salto di qualità a livello organizzativo, strutturale e puntare su uomini che raggiungono risultati non solo con fortuna come accaduto negli ultimi anni». (f.v.)

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