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‘ndrine e bande straniere

La ‘Ndrangheta a Roma, il debito di droga e le “tensioni” con gli albanesi. «Sei Totò Riina che non rispondi?»

Lo scontro tra Briken e Mazzotta per l’affare da 20mila euro. «Voglio capire se hai detto qualcosa che non va bene a mio fratello»

Pubblicato il: 03/06/2024 – 6:59
di Giorgio Curcio
La ‘Ndrangheta a Roma, il debito di droga e le “tensioni” con gli albanesi. «Sei Totò Riina che non rispondi?»

ROMA «Pronto, mi senti? Dammi il numero di tuo padre… mandami adesso il numero…  cazzo stai a di’? Perché non mi hai chiamato mercoledì?». È un debito di poco più di 20mila euro ad aver inasprito i rapporti tra l’albanese Ndreca Briken (cl. ’98) e il calabrese Alessandro Mazzotta (cl. ’99) di Polistena.
Come avevamo già raccontato, infatti, di mezzo c’è un quantitativo di droga venduto e i fitti rapporti tra il gruppo albanese a Roma e soggetti legati o comunque vicini alle ‘ndrine a Roma.
Un episodio significativo che si inserisce in un quadro più ampio, riflesso della penetrazione della ‘ndrangheta calabrese nella Capitale, ma anche nei centri di Anzio e Nettuno, fatto già emerso in numerose inchieste in cui l’Antimafia di Roma ha già acceso i riflettori, con uno sguardo particolare sull’attività di gruppi legati alla ‘ndrangheta calabrese, dediti non solo al traffico di stupefacenti, ma anche al condizionamento della vita politica locale e, in chiave più generale, al controllo delle attività economiche e degli affidamenti degli appalti locali.

«Con me c’hai un grande problema, ricordati ste parole»

Proseguendo, dunque, nella ricostruzione dei rapporti tra calabresi e albanesi nella Capitale, la pg grazie alle intercettazioni hanno documentato la tensione tra i due, Briken e Mazzotta, evidentemente alle stelle perché l’albanese è evidentemente esasperato dal calabrese, sparito nel nulla dopo l’arresto del fratello, e impossibile da raggiungere telefonicamente. «… e chi sei Totò Riina che c’hai tanto da fa’ che non mi puoi rispondere…». E ancora: «Quando mi vieni a trovare, eh? Non hai risolto niente?». «Stasera te lo mando» risponde l’interlocutore, suscitando ancora la rabbia dell’albanese: «(…) ma non mi di’ così che io non mi fido più un cazzo di te…». E ancora, in tono minaccioso: «… senti bene che ti dico… con me c’hai un grande problema… non hai mai avuto in vita tua…ti giuro… te giuro… ricordati bene ste parole…» «… ridi ridi… che vediamo alla fine chi ride bene…». Ottenendo sempre risposte vaghe, Briken esasperato rilancia: «… non mi rispondi mai… ma pezzo di merda che sei…non sei altro… sali con tuo padre… voglio parlare con tuo padre… non ti voglio neanche vedere a te, che tu sei una merda di uomo…».


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L’intervento del padre

In serata, finalmente, Briken riceve la telefonata del padre di Mazzotta, Domenico. Mimmo telefona l’albanese ma, come riporta il gip nell’ordinanza, prima di iniziare la conversazione, Briken sollecitava il suo interlocutore a dialogare attraverso “Instagram”, con l’evidente fine di evitare possibili intercettazioni da parte della pg. Da quanto emerso dall’inchiesta e riportato dal gip nell’ordinanza, la situazione non migliora affatto e lo scontro tra Briken e Mazzotta continua nei giorni successivi. Bisognerà attendere fino al 9 aprile 2020 per un colloquio diretto tra l’albanese e Manuele Mazzotta – nel frattempo posto agli arresti domiciliari – nel corso del quale «si comprendeva chiaramente l’origine del debito ancora non saldato (la fornitura della droga) ed il coinvolgimento di Italiano Vincenzo nella vicenda», scrive ancora il gip.

Il tentativo di chiarimento

«… tutto bene, sono uscito ieri…» esordisce Mazzotta, «… ecco, ti vedo in forma… com’è andata, domiciliari?». «Mi dispiace che sono coi domiciliari… sennò sarei già a casa tua!» replica il calabrese, con Briken che replica: «… appunto, pure a me, ma mo’ siamo pure chiusi sennò appena aprono le strade scendo io giù…», con riferimento al periodo di lockdown imposto durante l’apice dei contati da Covid-19 nel 2020. Mazzotta va poi al dunque: «… così risolviamo un po’ questo problema che ho sentito tante cose… che non mi sono manco piaciute per la verità…» «io ero carcerato Briken! mica perché non voglio essere…». Nel corso della telefonata l’albanese chiede a Mazzotta: «Ma con l’amico laggiù, l’hai sentito? Si è liberato? (…) si amico così ci parliamo perché con questo… devo risolvere per forza che c’ho un sacco di problemi giù al paese mio…».

«Voglio capire se tu hai detto qualche parola che non va bene»

Poi però Mazzotta torna sulla vicenda del fratello e le durissime parole rivolte da Briken ad Alessandro Mazzotta nei dialoghi che si sono succeduti nei mesi precedenti. «… tu certe parole a mio fratello le potevi evitare di dire! Che io ero carcerato… alla fine non sono duecento mila euro…ventimila euro di merda!». I toni, evidentemente, si fanno più accesi nel corso della conversazione, con il “Biondo” convinto di “rimettere le cose in chiaro” con l’albanese, come riportato ancora dal gip nell’ordinanza. «Poi ci sediamo per bene» dice Mazzotta a Briken «e vediamo le parole che sono state dette e quelle che non sono state dette… perché voglio capire se tu hai detto qualche parola che non va bene a mio fratello… sono cose che non esistono…». L’albanese ha poi replicato: «(…) te l’ho detto, peggio di te… io ho aspettato due mesi, non ho fatto nessuna chiamata, lo sanno bene tutti… tu puoi parlare con tuo suocero e Pasquale che lo sanno bene, io ho detto “io non mi voglio rovinare l’amicizia con Manuel”…». (g.curcio@corrierecal.it)

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(Foto in copertina di Bruno Panieri)

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