Nel pomeriggio dello scorso sabato si è tenuta, nella biblioteca comunale di San Giovanni in Fiore, la presentazione del volume “La Calabria e il Mediterraneo nel Seicento. Economia, Società, Istituzioni, Cultura”, Rubbettino Editore, a cura degli studiosi Sebastiano Marco Cicciò e Vincenzo Naymo. L’incontro è stato organizzato dal Club per l’Unesco di San Giovanni in Fiore e dal Circolo di studi storici “le Calabrie”, con il patrocinio del Comune di San Giovanni in Fiore. L’assessore comunale alla Cultura, Antonello Martino, ha portato i saluti all’iniziativa della sindaca Rosaria Succurro. La giurista Maria Gabriella Morrone, presidente del locale Club per l’Unesco, e l’archeologa e storica Marilisa Morrone, presidente del Circolo di studi storici “le Calabrie”, hanno introdotto i lavori, seguiti da un pubblico attento e partecipe, anticipando il contenuto e la complessità del libro, presentato da Aurelio Musi, insigne storico, giornalista, Ufficiale al merito della Repubblica, già professore ordinario di Storia moderna presso la facoltà di Scienze politiche nell’Università degli Studi di Salerno e membro delle più prestigiose accademie nazionali ed europee. Per inciso, Musi è tra i maggiori storici italiani viventi: autore di più di 40 volumi, di molti testi per la scuola e l’università, di diverse centinaia di saggi scientifici, di migliaia di articoli giornalistici. Ed è uno specialista delle vicende del Regno di Napoli.
Il libro presentato, pubblicato a dicembre 2023, è un volume di Atti dell’omonimo Convegno internazionale di studi, organizzato dal Circolo di Studi Storici “le Calabrie” a Vibo Valentia nel novembre 2019 a chiusura dell’anno di celebrazioni del ventennale dello stesso Circolo, fondato nel 1999. Il testo, che contiene anche dei saggi su arte e territorio, considera – e per certi versi ripensa – il ruolo della Calabria nel Seicento, nel contesto più ampio delle vicende storiche del Regno di Napoli e nell’ambito di quelle del bacino del Mediterraneo, al centro del quale la regione si trova collocata. Da tempo, ha ricordato l’accademico Musi, si è messa in discussione la visione del Seicento negli ambiti della ricerca storica: sia sul piano istituzionale, con il superamento di concetti quali la rifeudalizzazione e la rivalutazione del ruolo delle amministrazioni cittadine locali; sia sul piano economico, con la messa in discussione del concetto stesso di crisi generale del Seicento da parte della storiografia. Il volume, ha significato Musi, si pone in questa scia anche in ambito sociale, con una profonda riconsiderazione delle rivolte che hanno coinvolto anche il Regno di Napoli e la Calabria durante il Seicento, nonché delle vicende politiche e di quelle religiose, che non poche ricadute hanno avuto sulla storia meridionale.
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