COSENZA Sabato 8 giugno, alle 18, il cortile vescovile di Cassano All’Jonio, sarà invaso da tante camice blu, centinaia di scout, condivideranno il ricordo di don Giuseppe Diana, sacerdote barbaramente assassinato dalla camorra, a Casal di Principe, organizzato dal locale Centro Studi “Giorgio La Pira” e dal Gruppo Scout, a cui prenderanno parte Marisa Diana, sorella di don Giuseppe, Fabrizio Marano, Capo Scout d’Italia e Monsignor Francesco Savino, vescovo della diocesi cassanese e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana. I lavori, saranno introdotti da Francesco Garofalo, presidente del Centro La Pira e coordinati dal direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, Caterina La Banca. «Quella mattina poco prima delle 8 – afferma Marisa Diana -, avvertivo un movimento strano a casa mia. C’era agitazione. Stavo allattando mio figlio nato venti giorni prima, è venuta una mia cugina e con un tono preoccupato, ha detto “Hanno fatto male a Peppino”. Dal quel 19 marzo 1994, sono trascorsi trent’anni, ma il suo ricordo è più vivo che mai. Lo scenario è certamente migliorato, alcuni clan sono stati smantellati, ma una certa mentalità deve cambiare ancora, anzi, deve essere completamente sradicata». «La battaglia – sottolinea -, ora è anche di carattere culturale: è una questione di valori condivisi che devono coinvolgere sempre più persone. È l’idea del popolo in cammino o del manifesto per amore del mio popolo, che rappresentano la nostra stella polare anche a trent’anni dall’orrore toccato a mio fratello». «Quando ero ragazzina – ricorda -, i miei genitori non ci facevano uscire di casa, oggi non c’è più il coprifuoco, ma il territorio è decisamente migliorato. Dobbiamo continuare a coltivare la speranza, nel segno del martirio riservato a mio fratello. Vengo a Cassano, con la consapevolezza di contribuire al risveglio delle coscienze e poter contribuire a dire, soprattutto ai giovani che il seme è germogliato». Francesco Garofalo ha dichiarato: «il percorso continua, passando da don Pino Puglisi a don Giuseppe Diana, due grandi testimoni che si sono immolati per liberare i territori dalle forze del male. Certamente, vivremo una bella pagina dove sarà scritto in un noi a carattere cubitale».
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