REGGIO CALABRIA È caduta l’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla presunta bancarotta, ma anche i reati secondari. Nell’ambito del processo relativo al crac di Villa Aurora la pm della Procura di Reggio Calabria, Chiara Greco, ha chiesto cinque condanne.
Sei anni di reclusione la richiesta per A.C., top manager della sanità già presidente di Federlazio e di Confidi Banca, riconosciuto parte offesa in questo procedimento. L’imprenditore aveva querelato i vecchi soci, proprietari di Villa Aurora, e Giorgio Rea, un tempo socio del “Gruppo Sant’Alessandro” che aveva acquisito la clinica reggina, poi divenuto acerrimo nemico.
L’accusa ha chiesto poi 4 anni e 6 mesi di reclusione per P.D.M.; 4 anni di reclusione per F.M.; 3 anni per G.M.; 3 anni e 6 mesi per M.P.
Secondo la ricostruzione accusatoria iniziale e che nel 2018 aveva fatto scattare il blitz, gli indagati avrebbero «preso la clinica reggina Villa Aurora solo per mettere le mani sui pagamenti dei servizi per cui era convenzionata, svuotarla e poi mandarla in fallimento».
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