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«Lo Stato non arretra, la rinascita è cominciata». A Limbadi la festa per i 210 anni dei Carabinieri – FOTO E VIDEO

Gli encomi a chi si è distinto, la lotta alla ‘ndrangheta e il ricordo commosso di Daniele Breganze. Falvo: «Nuova caserma in un bene confiscato»

Pubblicato il: 05/06/2024 – 15:29
«Lo Stato non arretra, la rinascita è cominciata». A Limbadi la festa per i 210 anni dei Carabinieri – FOTO E VIDEO

LIMBADI Da paese ritenuto “fortino della ‘ndrangheta vibonese” a simbolo del contrasto alla criminalità. Non è stato scelto a caso Limbadi come sede per la celebrazione dei 210 anni dalla fondazione dell’Arma dei Carabinieri. «La rinascita è cominciata» ha affermato a margine dell’evento il comandante provinciale Luca Toti. «C’è voglia di riscatto e questa è la miglior vittoria» ribadisce. Di fronte una folla tra studenti, autorità e istituzioni, tra cui il questore Rodolfo Ruperti, il prefetto Giovanni Paolo Grieco e il procuratore di Vibo Camillo Falvo. Ha consegnato alcuni encomi anche il procuratore ff della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla. Nel corso della cerimonia, commosso il ricordo di Daniele Breganze, il carabiniere in servizio nel Vibonese morto in un incidente stradale lo scorso 29 aprile.

«Oggi è la festa dello Stato»

«Oggi non è solo la festa dell’Arma, è la festa dello Stato» ha detto a margine dell’evento il colonnello Luca Toti, comandante provinciale dei carabinieri. «È anche la festa degli studenti qui presenti, che idealmente rappresentano gli studenti di tutta la provincia. Oggi abbiamo consegnato metaforicamente una pianta, quella della legalità». Un simbolo di cui «i ragazzi e i cittadini di Limbadi devono averne cura, rispettando le regole con amore, impegno, dedizione e compassione». Come sede della celebrazione è stato scelto Limbadi, paese che per anni è stato etichettato come fortino della ‘ndrangheta vibonese. «Ai cittadini di Limbadi diciamo che la rinascita è iniziata, ma ora sta a loro la forza di ribellarsi alla ‘ndrangheta e denunciare perché lo Stato è al loro fianco». Un impegno che passa anche dal «recidere i rapporti tra la criminalità e i colletti bianchi, il mondo della politica. Anche bonificando le istituzioni perché bisogna avere il coraggio di presentare istituzioni credibili. Per esserlo bisogna essere puliti, lindi come il bianco del tricolore».

«Oggi c’è voglia di riscatto»

Proprio a Limbadi verrà inaugurata una caserma dei Carabinieri in un bene confiscato alla ‘ndrangheta. «Lo Stato c’è, è forte e non arretra. La caserma non è solo un presidio di legalità, ma anche un modello di accoglienza per il cittadino. È un rifugio per tutti i cittadini onesti, soprattutto per gli ultimi e per chi ne ha più bisogno». Il colonnello, che nel corso del suo intervento ha ringraziato tutti i Carabinieri in servizio e in congedo, ha poi fatto un bilancio sul lavoro svolto dall’Arma sul Vibonese. «Sicuramente positivo, ma non va valutato soltanto in termini numerici, di arresto e di denunce. Quello che vedo è che c’è un aumento di sicurezza percepita da parte della popolazione. C’è voglia di riscatto e questa, secondo me, è la miglior vittoria». Commosso e sentito il ricordo, accompagnato da un lungo applauso, di Daniele Breganze, giovane militare in servizio a Serra San Bruno scomparso per un incidente ad aprile. Tra il pubblico anche la madre e il fratello Demetrio: «A loro un grande abbraccio da parte di tutta l’Arma».

Falvo: «Le cose stanno cambiando»

«Una giornata importante ed è importante che venga celebrata qua». Ringrazia l’Arma a nome di tutte le autorità anche il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo, che ribadisce l’importanza di inaugurare una caserma in un bene confiscato. «Un immobile confiscato alla criminalità organizzata. Verrà inaugurata a breve, io sono stato la settimana scorsa ed è una bellissima caserma. Un ulteriore segnale di presenza dello Stato che riafferma tutta la sua forza in un momento difficile in questo territorio». Un segnale soprattutto celebrare la giornata a Limbadi: «Purtroppo per anni è stata tristemente nota per la ‘ndrangheta, ma oggi le cose stanno cambiando. E la cerimonia di oggi lo dimostra». (Ma.Ru.)

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