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Manna: «Su scioglimento e Psc manovratori politici, il 16 ci aspettiamo altre falsità»

L’ex sindaco attacca commissari e oppositori politici in attesa di conoscere le motivazioni più volte richieste e sollecitate

Pubblicato il: 05/06/2024 – 20:11
di Eugenio Furia
Manna: «Su scioglimento e Psc manovratori politici, il 16 ci aspettiamo altre falsità»

RENDE «Ci vediamo dopo il 16 giugno così vedremo quali altre falsità troveremo»: il 16 giugno è la scadenza ultima per il deposito degli atti sullo scioglimento del comune di Rende, e l’ex sindaco Marcello Manna – nel corso di una conferenza stampa all’Hotel Europa – entra subito “in medias res” lamentando l’inutilità di ben tre richieste di accesso agli atti.
«Dal Tar del Lazio – spiega – hanno imposto l’ordine di deposito, ci sono 60 giorni ma i commissari se li sono presi tutti così come i trenta per il Psc. Perché? Se la commissione ha accertato reati e regolarità, possiamo capire perché non li rendono pubblici? Questo – sembra rispondersi Manna – è un atto politico con cui è stata messa fuori gioco una maggioranza regolarmente eletta».

Lo “sfogo” di Manna

Nel pubblico, oltre ai cittadini rendesi e alla maggioranza che sostiene Manna, si affaccia anche Nicola Adamo che ascolta attentamente lo sfogo dell’ex sindaco, il quale addita e imputa all’avvocatura dello stato e alle prefetture i ritardi nelle richieste di chiarimento più volte sollecitate. Poi segnala l’anomalia del deposito di un segmento della relazione sul PSC nel processo Mala Arintha «affidato a un impiegato comunale legato a una parte politica a noi contrapposta, oltre che sottoposto a diversi provvedimenti disciplinari. Chi ha controllato su alcuni dati lì riportati ma palesemente falsi? Uno di questi è l’aver avvantaggiato un imprenditore sottoposto a procedimenti penali».
Poi Manna torna anche sulla tempistica de passaggio del Piano in aula e rivendica che il consiglio comunale aveva tutto l’interesse a fare presto dopo una sollecitazione arrivata nella primavera del 2023 dalla Regione Calabria, una sorta di aut aut ad adottare il PSC per evitare il commissariamento. «Inoltre – ha chiarito Manna – bisogna specificare che il PSC non è stato ancora adottato, è stato attivato soltanto un iter, forse abbiamo toccato i fili dell’alta tensione?». Sul parere richiesto dai commissari all’Unical riporta le motivazioni dei tecnici i quali non hanno segnalato irregolarità, poi minimizza quando la relazione riferisce di refusi mentre attacca senza mezzi termini «un’associazione politica opposta alla nostra» in riferimento al “clamore mediatico” sorto attorno alla vicenda. «Tutto ciò è gravissimo – tuona Manna -, siamo di fronte ad un losco e allarmante atto politico: chi è il suggeritore e il manovratore?». Quando cita una recente presa di posizione contro le piste ciclabili c’è la conferma che il riferimento è alla federazione riformista di Rende.

«I “danni” arrecati alla città e alla cittadinanza»

Manna torna poi su qualcuno dei punti già esposti in precedenti occasioni pubbliche: quelli che definisce “danni” arrecati alla città e alla cittadinanza, come l’assenza di socialità e di iniziative culturali o ancora un degrado che a suo dire fa regredire non soltanto Rende ma l’intera Calabria. Poi espone “un dubbio” o meglio “una paura”: «Non è che le volumetrie da spostare magari andranno verso terreni agricoli acquistati in queste ore con un altro valore, per poi fare il sacco della città come già avvenuto in via Majorana e via Marconi? A proposito i palazzoni sui fiumi non li abbiamo certo autorizzati noi… E poi che fine ha fatto il cinema Santa Chiara? Perché nessuno parla del centro storico senza guardia medica?».
A proposito del predissesto, poi, critica la mancata rottamazione quater, iniziativa presa invece dal Comune di Cosenza, con Rende che non l’ha consentita con l’effetto di una tassazione altissima, rilanciata dallo stesso Manna dopo la segnalazione di residenti e commercianti rendesi.
«I processi noi li affrontiamo – ha continuato – e dimostreremo che avevamo ragione . È colpa anche di alcune istituzioni, di un ministro dell’Interno, prefetto, che chiede ad altri prefetti di nominarne altri ancora per amministrare Rende». Cita la “legge inquisitoria” e un “sistema” che a suo dire ha portato a quello che definisce “il disastro di Rende”: caso esemplare l’arresto ma la successiva assoluzione nel processo Stige dei sindaci che hanno avuto come conseguenza quella di non poter accedere ai fondi Pnrr, con un grave danno per le comunità amministrate. Tornando a Rende, Manna dice che «si è raggiunto con il nulla ciò che si voleva raggiungere: azzopparci perché eravamo liberi e non eravamo legati a nessuno».

Il Psc

Un ultimo passaggio sul PSC riguarda l’eventuale ricorso che – dice Manna – «di sicuro faranno molti cittadini che si sentono lesi nei loro diritti da questo atto di imperio illegittimo e, ripeto, basato sul nulla. Una sentenza del Tar della Lazio – aggiunge – specifica che il commissario non può adottare alcun provvedimento in tema urbanistico ma intervenire solo su eventuali difetti procedurali come firme mancanti eccetera». Infine, rispondendo alla domanda a margine della conferenza stampa sulla possibilità di un’eventuale ricandidatura in caso di elezioni a novembre, non esclude una discesa in campo: «Noi siamo pronti ad esserci di nuovo, visto che sono state usate le istituzioni per cancellare un’amministrazione che tra l’altro è stata tra le prime della Calabria a ricorrere al criterio del consumo di suolo zero, oltre a rispettare i vincoli in temi di rischio idrogeologico». (e.furia@corrierecal.it)

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