LAMEZIA TERME Sul piano dei contenuti poca Calabria e poca Calabria in una visione globale, sul piano politico tante prove muscolari, soprattutto all’interno delle coalizioni, in particolare del centrodestra, e in alcuni casi anche all’interno di uno stesso partito. La campagna elettorale per le Europee e le Amministrative è agli sgoccioli e per quanto riguarda le Europee il consuntivo che si può tracciare parla di un dibattito fortemente condizionato dalle dinamiche – e quindi dai temi – nazionali e dalle dinamiche regionali, a conferma del fatto che il voto di sabato e domenica prossimi in realtà è stato visto essenzialmente ed è stato vissuto sostanzialmente come un test – uno “stress test” – per i governi, a Roma come alla Cittadella a Catanzaro, entrambi a guida centrodestra, e quindi, come in un gioco allo specchio, anche per le opposizioni di centrosinistra.
Alle Europee il sistema proporzionale ovviamente rende più complicati i ragionamenti nell’ottica degli schieramenti ma è indubbio che queste elezioni forniranno indicazioni anche in questa direzione. Anche in Calabria, che è stata comunque “battuta”, in movimenti e con atteggiamenti diversi, da tutti i leader dei partiti, eccezion fatta – come peraltro prevedibile e comprensibile – per la premier Giorgia Meloni, ben rappresentata comunque sul territorio da diversi big di Fratelli d’Italia come i ministri Francesco Lollobrigida e Raffaele Fitto. E così ecco sfilare in Calabria il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, il primo in ordine di tempo, un preciso segnale di omaggio a una regione che con la guida del governatore Roberto Occhiuto, vicesegretario nazionale azzurro, è un forziere, una cassaforte e una roccaforte del consenso dei post-berlusconiani. Il leader della Lega Matteo Salvini tornato in Calabria con il suo “rutilante” tour in più tappe una dietro l’altra in una manciata di ore. E ancora la leader del Pd Elly Schlein che ha privilegiato un tuffo nel sociale agli eventi più prettamente politici-partitici, comunque ottemperati. Il segretario di Azione Carlo Calenda, che a Roma è al centro e in Calabria è più orientato con il centrodestra, così come Matteo Renzi, leader di Italia Viva federata con +Europa e Psi per creare la lista di scopo Stati Uniti d’Europa. Quanto a Giuseppe Conte del M5S, la sua tappa in Calabria, a sostegno del suo “bomber” alle Europee, Pasquale Tridico, l’economista calabrese capolista nel collegio Sud e poi “puntate” nelle città chiamate al voto. Temi di confronto (e di scontro): essenzialmente l’autonomia differenziata e il Ponte sullo Stretto. Un po’ oscurate tante altre emergenze calabresi, come il futuro del porto di Gioia Tauro, la transizione green, il ruolo della regione nel Mediterraneo, la lotta alla ‘ndrangheta, le difficoltà nella spesa del Pnrr e dei fondi europei. Non c’è stato il tempo di parlarne ma nemmeno la volontà di parlarne, in una campagna elettorale “mordi e fuggi” che ha visto la Calabria come sempre marginale nei ragionamenti. E dire che anche per la nostra terra le Europee saranno uno snodo decisivo e delicato, sotto tanti punti di vista. A partire da quello politico. Perché ovviamente il voto di sabato e di domenica e il suo esito avranno inevitabilmente delle ricadute anche sulla Regione. Basti pensare al fatto che tra i candidati c’è la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, con Forza Italia, una parlamentare, Simona Loizzo, della Lega, tre consiglieri regionali tra cui il presidente di Palazzo Campanella Filippo Mancuso, della Lega, oltre a Luciana De Francesco con Fratelli d’Italia e Francesco De Nisi con Azione: tutti nomi che fanno parte della maggioranza regionale. Per quanto in tanti lo negano, è inevitabile che questa tornata elettorale alla fine diventerà un tagliando per tanti, anche e soprattutto per il governatore Roberto Occhiuto: del resto lo stesso Occhiuto l’altra sera da Lamezia Terme ha ulteriormente “parto” alla possibilità di una ricandidatura alla guida della Regione alla fine della legislatura ma ha anche rimarcato la portata di questo voto, affermando che «in una legislatura regionale ci sono dei momenti topici, momenti in cui un consenso che dà fiducia ulteriore a chi governa dà una spinta ulteriore per concludere bene la legislatura, un inciampo dovuto a un risultato negativo del partito può essere un momento di criticità, per questo mi sto muovendo in lungo e in largo la Calabria per far votare Forza Italia». Una dichiarazione abbastanza eloquente e indicativa, anche del “clima” che ha animato questa campagna elettorale soprattutto nel centrodestra, con un evidente “braccio di ferro”, a colpi anche di parole piuttosto acri, tra Forza Italia e Lega (giusto per citare un terreno di scontro, la direttiva “Bolkenstein” sulle concessioni balneari), con Fratelli d’Italia alla finestra così come Azione. I conti, quelli si regoleranno dal 10 giugno in poi: all’orizzonte comunque già si profilano nuovi assetti e nuovi equilibri in Giunta e in Consiglio regionale. Ma la corsa in Calabria è anche nel centrosinistra, tra Pd e Movimento 5 Stelle: le Europee paradossalmente hanno segnato una tregua al dibattito campo largo sì-campo largo no, perché il proporzionale ha portato i partiti principali della coalizione – Pd e M5S – a correre per fatti propri, con l’obiettivo recondito di prevalere l’uno sull’altro. Molto intensa per la verità è stata anche la campagna elettorale di Avs-Alleanza Verdi Sinistra, che nel collegio Sud candida capolista Mimmo Lucano e punta a rosicchiare voti proprio al Pd con una corsa molto identitaria sui temi più “movimentisti”.
Alle Amministrative però sarà completamente diverso, perché qui, almeno nei due più grandi centri nei quali si voterà, Vibo Valentia, l’unico capoluogo di provincia, e Corigliano Rossano, il modello del campo largo e dell’alleanza progressista è stato seguito dal Pd, dal M5S, e da Avs, a sostegno dei candidati sindaco, rispettivamente Enzo Romeo e Flavio Stasi, il primo alla caccia di “colpaccio” in una piazza uscente di centrodestra, il secondo in cerca di una conferma. Il voto alle Comunali, non solo a Vibo e a Corigliano Rossano, diventati per ovvi motivi il terminale delle visite di tanti big nazionali, ma anche in un’altra centinaia di municipi, è anch’esso destinato ad avere riflessi su scala regionale. Sotto stretta osservazione il centrodestra, che a Vibo candida sindaco non l’uscente Maria Limardo, di Forza Italia, ma il dg della Regione Roberto Cosentino, e a Corigliano Rossano candida sindaco la consigliere regionale di Forza Italia Pasqualina Straface, che si dive fortemente voluta da Occhiuto. E’ abbastanza evidente dunque che queste elezioni non saranno neutre per il governatore e il suo partito, Forza Italia, considerando anche la mobilitazione quasi quotidiana di Occhiuto e dei big azzurri, che hanno battuto le piazze calabresi con passo e cadenza quasi militari. Ma le Amministrative diranno anche del “peso” di Azione, che a Vibo Valentia corre con un terzo polo, a sostegno del candidato sindaco Francesco Muzzopappa, e a Corigliano Rossano corre con il centrodestra, e in entrambi i casi potrebbe essere l’ago della bilancia. (a. cant.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x